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Tennis, Alcaraz interrompe la scalata di Sinner: ko in semifinale a Indian Wells

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Niente sorpasso di Jannik Sinner su Carlos Alcaraz: nella semifinale del 1000 di Indian Wells, che metteva in palio anche il numero 2 del ranking, l’azzurro si è arreso in tre set allo spagnolo. Il punteggio finale recita 1-6, 6-3, 6-2 in due ore e 5 minuti di gioco, intervallate dopo appena tre game da tre ore di sospensione per il temporale che si è abbattuto sulla cittadina californiana. Per il 22enne altoatesino anche una caduta nel terzo set con una botta al braccio che è sembrata frenarlo. Alcaraz ha così centrato la seconda finale consecutiva a Indian Wells in cui il russo Daniil Medvedev, già sconfitto un anno fa. Il moscovita ha battuto lo statunitense Tommy Paul 1-6, 7-6(3), 6-2. La sfida è stata a due facce: Sinner ha dominato il primo set chiuso sul 6-1 mostrando una grande condizione atletica e una straordinaria efficacia dal fondo campo e al servizio. Nel secondo set il ventenne spagnolo si è ripreso, ha piazzato subito un break e si è imposto 6-3. Nel terzo la svolta è arrivata probabilmente con la caduta nel quarto game di Sinner che per recuperare una smorzata si è fatto male al braccio destro, poi massaggiato al lungo. Alcaraz si è imposto 6-2, con doppio break di vantaggio. Ora Sinner, che sul cemento di Indian Wells era già stato battuto lo scorso anno dallo spagnolo, potrà provare a prendersi di nuovo la rivincita al Masters 1000 di Miami, in programma da mercoledì prossimo al 31 marzo. 

 

 

«Tutte le partite con Jannik sono speciali, contro di lui devo sempre dare il 100%», ha ammesso uno sportivissimo Alcaraz che in campo si è più volte informato sulle condizioni del rivale dopo la caduta. «Sono stato forte mentalmente ed è molto importante», ha aggiunto, «devi esserlo se vuoi vincere questo tipo di partite contro un avversario che sta giocando un tennis incredibile. Sono davvero molto felice di tornare in finale, soprattutto in questo torneo». «Ho sentito piccoli problemi in varie parti del corpo», ha spiegato Sinner in conferenza stampa, «mi serve un pò di tempo per capire come mi sento, vediamo come mi sveglio e come mi sentirò stasera, a freddo. Dopo quella botta al gomito destro ho sentito dolore, mi faceva male anche la mano, ho avuto paura di peggiorare la situazione. Ma non è una scusa, lui ha giocato meglio. Sono comunque fiducioso di essere a Miami». «Nel terzo set quando sono caduto mi sono fatto male al gomito, e prima c’era stato anche un piccolo problema al ginocchio sinistro che mi si è bloccato un pochettino, Mi sono buttato senza pensarci per prendere quella palla, anche questo fa parte del gioco, della battaglia: sapevo che quello era un punto importante». «Lui ha meritato la vittoria, questo nessuno lo può mettere in dubbio», ha sottolineato il numero 3 del mondo, «ho sbagliato tante palle non difficili che avevo nelle corde, può succedere. Devo parlare col mio team e capire se è stato per la tensione o semplicemente per una giornata storta, che può capitare». 

 

 

Il tennis italiano può consolarsi almeno con Matteo Berrettini che stasera alle 22 ora italiana sfiderà il portoghese Nuno Borges, detentore del torneo, nella finale del torneo Challenger di Phoenix, in Arizona. In semifinale il 27enne romano ha sconfitto in due set, 7-6 (2), 7-6 (2), l’australiano Aleksandar Vukic, in due ore e un quarto di gioco. «È passato tanto dall’ultimo torneo, sto cercando di divertirmi e di godere di questi momenti sul campo», ha commentato Berrettini, numero 154 Atp, che sul cemento di Phoenix è tornato a competere grazie a una wild card dopo uno stop di sette mesi per l’infortunio alla caviglia destra rimediato allo Us Open. Per Berrettini l’approdo in finale ha richiesto una maratona di oltre cinque ore spalmate tra il pomeriggio e la sera. Appena tre ore prima della semifinale, infatti, aveva battuto nei quarti il francese Terence Atmane, numero 136 Atp, in tre set, 3-6, 7-6(1), 7-6(6), in due ore e 53 minuti di partita.

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