Dossieraggio, Gravina indagato per autoriciclaggio. L'inchiesta si allarga
Il presidente della Figc Gabriele Gravina è indagato dalla procura di Roma per autoriciclaggio. Un’accusa che sarebbe stata contestata a Gravina nell’ambito dell’inchiesta nata in seguito all’invio nel marzo del 2023 di una segnalazione da parte della Direzione nazionale antimafia relativa a «presunte attività illecite». Il presidente della Figc ieri è stato infatti sentito per oltre due ore dai magistrati romani (il procuratore capo Francesco Lo Voi e l’aggiunto Giuseppe Cascini) su sua richiesta per poter chiarire la propria posizione processuale. Un’iscrizione quella sul registro degli indagati che sarebbe stata effettuata dagli inquirenti per poter escludere e chiarire una serie di circostanze che gli investigatori del gruppo Sos della Guardia di Finanza avevano categorizzato come «presunte attività illecite» nei confronti dell’ex numero uno della Lega Pro fino a ottobre 2018. I pm capitolini lo hanno quindi sentito in merito ai fatti emersi nell’inchiesta di Perugia sui dossieraggi ai danni di politici, imprenditori e personaggi dello spettacolo sui quali erano stati effettuati accessi abusivi a loro carico, sulle banche dati investigative del «Siva» e dello «Sdi Web». Secondo i legali di Gravina, sarebbe stato lo stesso numero uno della Federcalcio a chiedere di essere sentito a piazzale Clodio per chiarire al più presto la sua posizione.
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Negli atti trasmessi dalla procura di Perugia a Roma, come presunte attività illecite, vengono comunque indicate le ipotesi di appropriazione indebita e quella di autoriciclaggio. «In ragione delle intollerabili strumentalizzazioni e delle ricostruzioni distorsive della verità dei fatti che lo hanno chiamato in causa negli ultimi giorni, Gabriele Gravina ha chiesto di essere ascoltato per chiarire la sua posizione e le circostanze di cui è stato vittima», hanno dichiarato gli avvocati di Gravina. E ancora: «Tale decisione è stata maturata al fine di tutelare la sua immagine e in virtù della piena fiducia che ripone nei magistrati che stanno seguendo il caso. In questa vicenda, il nostro assistito è una persona offesa, per questo auspica si faccia luce quanto prima su quella che si sta profilando come una vera e propria attività di dossieraggio, rispetto alla quale si augura anche l’individuazione dei mandanti».
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Il presidente Gravina davanti ai magistrati avrebbe respinto tutte le contestazioni. Tra le domande della procura, anche l’acquisto di un’abitazione a Milano. Il numero uno della Federcalcio avrebbe spiegato di aver comprato quell’appartamento con i propri soldi e che si sarebbe trattato dunque solo di un investimento, di un’attività estranea alle vicende processuali, come la presunta compravendita di una collezione di libri d’epoca di Gravina.
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