Maignan, i cori razzisti costano caro all'Udinese: stangata del giudice sportivo
Mano dura contro i razzisti nel mondo del calcio. Il giudice sportivo della Serie A ha sanzionato l'Udinese con l'obbligo di disputare una partita a porte chiuse per i cori razzisti contro il portiere milanista Mike Maignan, una scena che ha sconvolto l’intero ambiente del pallone nell’ultima giornata di campionato.
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Nelle sue motivazioni, il giudice sportivo sottolinea "la obiettiva gravità dei fatti descritti e riportati, che hanno comportato l'adozione delle misure previste dall'apposito protocollo procedurale contenuto nelle norme federali" e rileva "che non sono state riportate, durante e dopo i fatti, e nonostante i 2 annunci al pubblico, chiare manifestazioni di dissociazione da tali intollerabili comportamenti da parte dei restanti sostenitori (elemento che sarebbe stato rilevante in senso attenuante, e finanche esimente in presenza degli altri presupposti, ai sensi dell'art. 29, comma 1, lett. e Cgs)". Viene tuttavia applicata la sanzione minima prevista, con l'obbligo di disputare una sola gara a porte chiuse, in considerazione del "comportamento attivo della società Udinese, e la disponibilità manifestata fin da subito a collaborare per l'individuazione dei responsabili". I friulani sconteranno la sanzione in occasione della gara casalinga di campionato contro il Monza, valida per il 23° turno, in programma il 3 febbraio. E hanno già deciso di bandire a vita dallo stadio il primo tifoso che ha rivolto per dodici volte insulti razzisti a Maignan: una sanzione ben più pesante rispetto ai cinque anni di Daspo comminati dalle autorità.
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