Juventus, stangata della Procura Figc per le manovre stipendi: deferito club e sette ex dirigenti
Mentre lunedì è attesa la nuova sentenza della Corte d’Appello sul caso plusvalenze dopo la decisione del Collegio di Garanzia dello Sport che ha provvisoriamente restituito alla Juventus i 15 punti di penalizzazione, per la società bianconera si apre un altro fronte. Il procuratore federale Giuseppe Chinè ha infatti deferito la società bianconera al Tribunale Federale Nazionale - Sezione Disciplinare a «titolo di responsabilità diretta e oggettiva, ai sensi dell’art. art. 6, comma 1 e 2, del Codice di Giustizia Sportiva, per gli atti e comportamenti posti in essere dai propri dirigenti; e nell’ordine Andrea Agnelli (all’epoca dei fatti presidente del Consiglio di Amministrazione), Pavel Nedved (all’epoca dei fatti vice presidente del Consiglio di Amministrazione), Fabio Paratici (all’epoca dei fatti Chief Football Officer), Federico Cherubini (all’epoca dei fatti Head of Football Teams & Technical Areas), Giovanni Manna (all’epoca dei fatti ds della Under 23), Paolo Morganti (all’epoca dei fatti Head of Football Operations), Stefano Braghin (all’epoca dei fatti Direttore Settore Giovanile), ai quali viene contestata la violazione dell’art. 4, comma 1, del CGS per diversi atti e comportamenti relativi a 4 diversi aspetti oggetto dell’indagine: la manovra stipendi stagione 2019-20; quella per la stagione 2020-21; il filone agenti; i rapporti di partnership con altri club».
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Elencate le operazioni per le quali vengono contestati gli addebiti ai dirigenti della Juventus e agli agenti, come il trasferimento di Spinazzola alla Roma (del 30 giugno 2019); il rinnovo di Giorgio Chiellini e altre 14 operazioni fra cessioni, prolungamenti e contratti da professionisti. Infine, in relazione ai rapporti di partnership con altri club, la stessa violazione dell’art.4 comma 1, del CGS, è contestata, oltre che a Paratici, anche a Cesare Gabasio, «soggetto che svolgeva attività all’interno o nell’interesse della società Juventus, per aver violato i principi di lealtà, correttezza e probità, in relazione al fatto di aver trattato, sottoscritto o comunque pattuito con le società Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Udinese, Bologna e Cagliari accordi confidenziali aventi ad oggetto operazioni di mercato relative all’acquisto e/o alla cessione e/o al riscatto di calciatori, senza provvedere al deposito della relativa modulistica federale presso la Lega di Serie A e/o provvedendo a depositare modulistica federale recante pattuizioni in tutto o in parte diverse da quelle effettivamente concluse, così tenendo una condotta di palese elusione della normativa federale che, per ragioni di trasparenza, impone di dare adeguata evidenza agli accordi aventi ad oggetto il trasferimento dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori».
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«Al riguardo - fa sapere la Figc - le posizioni dei club e dei rispettivi dirigenti che hanno realizzato tali rapporti con la Juventus saranno valutate all’esito delle ulteriori indagini in corso, ad oggi coperte da segreto istruttorio, a seguito della trasmissione degli atti dell’indagine penale da parte della Procura della Repubblica di Torino alle Procure competenti lo scorso 24 febbraio 2023». Ma cosa rischia la Juventus concretamente? Tra le possibili sanzioni, si va da una semplice ammonizione fino alla penalizzazione di uno o più punti in classifica, passando per l'ammenda e l'ammenda con diffida.