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Roma, sollievo per Paulo Dybala ma per il MIlan è dura

Matteo Cirulli
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Paulo Dybala a forte rischio per la gara di sabato contro il Milan ma poteva andare peggio. L’attaccante argentino ieri mattina ha effettuato i primi controlli alla caviglia sinistra colpita dura da Palomino che hanno confermato una forte contusione (si era temuto un problema più grave). Oggi ulteriori accertamenti per stabilire i tempi di recupero. La Joya cercherà fino all’ultimo di recuperare per la gara di sabato alle 18 ma solo nelle prossime ore ci sarà la sentenza definitiva. In ogni caso le sue condizioni andranno valutate giorno per giorno, ricordando quanto successo per la gara di ritorno con il Feyenoord quando l’attaccante fece il provino decisivo solo a poche ore dalla sfida contro gli olandesi. E proprio in vista della gara con i rossoneri, Paulo Dybala ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Dazn, disponibile a partire da oggi sulla piattaforma di live streaming. Il campione del mondo ha svelato la sua passione per gli scacchi, associando a ogni pedina un compagno di squadra corrispondente: Spinazzola è il cavallo, mentre le torri sono Smallling e Abraham. Il re della squadra è, ovviamente, Mourinho, mentre il numero 21 incorona a regina tutta la squadra, definendosi infine un semplice pedone. Oltre alle similitudini sugli scacchi, suo grande passatempo sin da quando era bambino, Dybala – intervistato all’ombra del Colosseo - si è soffermato sul suo rapporto con Roma, ricordando la storia della sua esultanza: «Quando Tiago Pinto mi sono subito venuti in mente i film su Roma che ho visto e ovviamente la maschera del Gladiatore, che poi è diventata la mia esultanza, non potevo non pensarci. Mi sono subito prefissato l’obiettivo di fare qualcosa in questa città». Oltre al rapporto con la Città Eterna, Dybala ha voluto inoltre sottolineare l’amore dei tifosi dentro e fuori dal campo, a partire dall’accoglienza al Colosseo Quadrato dell’Eur: «La gente qui è caldissima, è incredibile. Ho sentito il loro amore fin dal primo giorno. Poi sentire l’inno cantato prima della partita è qualcosa di unico, vivere una cosa del genere è come stare di fronte a un’opera d’arte».

 

 

 

Il campione del mondo ha poi parlato del suo rapporto con Mourinho: «Prima di arrivare qui alla Roma ci siamo sentiti due volte, mi ha chiamato quando stavo ancora a Torino. Mi ha subito ricordato quando nel 2022 dopo una partita mi ha detto che ero un fenomeno. Ho sentito fin da subito un feeling speciale, è difficile nel mondo del calcio trovare qualcuno che ti dica le cose in faccia in modo sincero come fa lui, ci confrontiamo spesso. Vogliamo il meglio per i tifosi della Roma. I titoli parlano per lui, ha vinto in quasi ogni squadra che ha allenato, conosce benissimo il calcio, quando dice una cosa spesso si tramuta in verità sul campo da gioco». Interrogato sulla possibilità di indossare la maglia giallorossa con il numero 10 sulle spalle, ha lasciato qualche spiraglio di possibilità: «Qui a Roma il numero 10 sarà sempre e comunque Francesco Totti. Così come lo sarà Del Piero nella Juventus. Quando ero a Torino la società mi chiese se volessi indossare quel numero e per me fu un enorme piacere. Mai dire mai, ovviamente sarebbe una responsabilità unica».
 

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