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Roma show, poker al Feyenoord e semifinale di Europa League

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Un'altra notte 'speciale', da sogno e in pieno stile Mou. Una di quelle da consegnare alla storia giallorossa. La Roma ad un passo dall'eliminazione supera per 4-1 il Feyenoord ai supplementari e si conquista le semifinali di Europa League facendo un nuovo rovinoso sgambetto alla formazione olandese, battuta la scorsa stagione nell'epilogo di Conference League a Tirana. Dopo il gol di Spinazzola al 60' e il pareggio 'orange' di Paixao all'80' che ha gelato l'Olimpico, la favola europea di Mou in versione romanista sembrava finita ad un minuto dalla fine. Ma sono i campioni a fare la differenze e ci ha pensato Dybala a tenere in piedi le speranze del popolo giallorosso con uno stop magistrale e un guizzo di sinistro in area a tempo quasi scaduto, preludio ad un extratime dominato suggellato dalle reti di El Shaarawy al 100' al termine di una splendida azione in contropiede e poi con Pellegrini al 109' per il definitivo 4-1 che regala alla squadra della Capitale la sfida contro il Bayer Leverkusen che può valere per la Roma di Mou un'altra finale europea. 

La squadra è stata più forte della sfortuna (due pali e due uscite per infortunio, prima Wijnaldum e poi Smalling) e della paura di perdere e con una forza d'animo straordinaria ha dominato nel momento decisivo la formazione olandese conquistando una meritata qualificazione, alla luce anche di come era maturata la sconfitta dell'andata. Dybala e Abraham entrati nella ripresa alla fine hanno fatto la differenza ma è stata tutta la squadra (a partire da Matic e Smalling) a rispondere compatta, sotto la regia di Mou che ancora una volta non sbaglia un colpo quando si tratta di sfide dentro o fuori. Nelle 51 sfide da knock out ne ha vinte 39. Numeri che vorranno pur dire qualcosa. E Mou ha fatto ancora una volta esplodere un Olimpico sold out per la 29 ma volta in questa stagione. E per il tecnico portoghese è la 12ma semifinale europea in carriera.

Al via rinuncia nella formazione titolare a Dybala e Abraham che partono dalla panchina. L'argentino è reduce da un infortunio subito una settimana proprio a Rotterdam e l'allenatore portoghese non intende rischiare. Davanti c'è Wijnaldum che affianca Pellegrini alle spalle di Belotti, preferito ad Abraham. Llorente completa il terzetto difensivo con Mancini e Smalling mentre a centrocampo spazio a Cristante e Matic. 

La squadra giallorossa parte forte e dopo appena 3' si crea una prima occasione con Belotti che parte da centrocampo e in solitaria raggiunge il limite dell'area per poi smistare per Pellegrini che calcia impegnando il portiere con una deviazione in angolo. Cristante pochi minuti dopo con una mezza rovesciata sfiora il palo di pochissimo. La Roma spinge trascinata dagli oltre 66 mila dell'Olimpico ma il Feyenoord non si abbassa, sfrutta gli spazi in contropiede e al 12' crea al primo affondo una nitida occasione con Jahanbakhsh che fugge sulla destra, crossa teso sottomisura per Szymanski con Rui Patricio che respinge d'istinto. Ancora un volta, come all'andata, la Roma deve fare i conti con gli infortuni e dopo appena 21' Wijnaldum è costretto ad uscire per un problema al flessore sinistro lasciando il posto ad El Shaarawy. Una scelta obbligata che cambia l'assetto della squadra che si abbassa troppo. Con l'assenza dell'olandese arretra il baricentro e la squadra fa fatica ad uscire. Il Feyenoord mostra coraggio, si fa sempre più intraprendente ed è abile a mettere la gara sul piano dello scontro fisico e del contrasto duro. Si inizia così a giocare in un clima caldo e teso pieno di scontri e lunghe interruzioni. Tante le scintille in campo con Salvatore Foti, secondo di Mourinho, che viene espulso per aver colpito Gimenez nel tentativo di intercettare un pallone finito in fallo laterale.

La Roma non riesce a dare continuità alla sua azione e ne approfitta il Feyenoord che gioca in velocità e va in pressione offensiva impegnando a più riprese Rui Patricio. Al termine di un lunghissimo primo tenpo si contano più i tiri nello specchio degli olandesi (quattro) rispetto a quelli dei giallorossi (tre). La Roma ha pressato e corso tanto e ha bisogno di andare all'intervallo per ricompattarsi, essere più lucida e meno frenetica nell'azione.

Dopo appena dodici secondi della ripresa la Roma sfiora il vantaggio con Pellegrini. Il capitano ci mette il piede su un cross tagliato di Zalewski, il pallone si stampa sul palo e carambola addosso a Bijlow ed esce. Una fiammata che accende l'Olimpico ma non scompone troppo il Feyenoord che continua a sfruttare gli spazi per farsi minacciosa in contropiede. Serve alla Roma una giocata sporca per sbloccare la sfida e arriva al 60' con Spinazzola che riesce con una mezza torsione a calciare una palla vagante dopo una carambola in area. La sfera tocca la gamba di Jahanbakhsh e finisce nell'angolino basso per l'1-0 che pareggia così i conti dell'andata. 

Ora la Roma può giocare senza sbilanciarsi troppo e con maggiore giudizio e al 72' gioca le carte Dybala e Abraham entrate al posto di Zaleweski e Belotti. Dentro anche Ibanez per Lorente. Parte l'assalto con Abraham che fa da sponda per la rete di Cristante ma il gol è viziato da una spinta dell'inglese al difensore in area. La squadra di Mou però deve rinunciare al pilastro della sua difesa. Smalling infatti si infortuna, e pochi minuti dopo la sua uscita la Roma subisce all'80' l'1-1 con un colpo di testa dell'appena entrato Paixao su un cross tagliato di Szymanski. L'Olimpico però torna subito ad incitare la squadre e Dybala con un tocco di testa guizzo in area firma la rete del vantaggio ad un minuto dalla fine che vale i supplementari.

Nei primi minuti dell'extratime secondo palo della serata per i giallorossi con Ibanez ma la Roma ne ha di più e in contropiede trova la rete qualificazione con El Shaarawy dopo un filtrante di Pellegrini per Abraham. E proprio l'inglese al 109' fa centro per il 4-1 che chiude i conti e fa esplodere la festa all'Olimpico. Con Mou che si prende il suo abbraccio.

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