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Lazio da urlo all'Olimpico, quattro gol al Milan e terzo posto

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Luca De Lellis
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Il Milan non è più il Milan che conosciamo. Ma questa versione “limited edition” della Lazio è una meraviglia per gli occhi. Già, limitata. Perché se davvero la squadra di Maurizio Sarri mantenesse una continuità adeguata al suo calcio champagne staremmo parlando di ben altre ambizioni. L’Olimpico è teatro di un 4-0 che lascia poco spazio a rimpianti per la formazione campione d’Italia. Spento, acciaccato, sfilacciato il diavolo rossonero di Stefano Pioli. Approccio soft, tanti macro errori e, nella ripresa, un forcing confuso con poche idee. Senza contare l’infortunio di Tomori, altra notizia non proprio gratificante. Dopo la bruciante sconfitta nel derby di Supercoppa, Sarri stesso aveva dichiarato di temere la reazione di Leao e compagni. Invece calma piatta, anche troppa.

Dall’altra parte c’è una Lazio a tratti incontenibile. Giocate di qualità del trio offensivo, sostanza e regia in mezzo al campo. Con un Luis Alberto che sta dimostrando perché l’allenatore ex Juve dica sia “il più in forma della squadra”. Pronti e via un’azione a due tocchi libera Zaccagni sul vertice sinistro dell’area. L’esterno mette dentro per Luis Alberto che, da giocatore sopraffino, fa il velo per l’inserimento di Milinkovic Savic. Il serbo torna al gol, il suo quarto in campionato. L’ultimo era stato il 2 ottobre. Il Milan non si sveglia e allora la Lazio torna a entrare in porta con tutto il pallone. E chi può essere a timbrare il cartellino? Il solito Zaccagni, che si è caricato la Lazio sulle spalle da ormai tanto tempo. Marusic colpisce il palo, lui si trova lì al momento giusto al posto giusto e scrive 2-0.

Dopo l’intervallo sembra rientrare un altro Milan, caricato a molla da Pioli. Ma è solo un fuoco di paglia. Qualche timida occasione che non scalfisce i guanti di Provedel e niente più. I biancocelesti si riaffacciano nella metà campo avversaria e con Luis Alberto, su rigore conquistato da Pedro, e poi Felipe Anderson, sull’assist visionario del “mago” spagnolo, sentenziano il 4-0 definitivo. Pioli torna a testa bassa negli spogliatoi. È il momento più duro della sua gestione. Cinque partite senza vittoria non capitavano al Milan dall’aprile 2018. Ciò che preoccupa di più è l’incapacità di reagire. E la crisi è ufficialmente aperta. La Lazio, dal canto suo, si candida a un posto Champions con veemenza. La lotta in quella zona, ora, è quanto mai aperta. Mentre lo scudetto, dopo la penalizzazione della Juventus e i passi falsi continui delle milanesi, è sempre più roba del Napoli. Che intanto è campione d’Inverno. Con tutti gli scongiuri del caso dei tifosi partenopei. 

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