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Stadi verso la normalità. Cortis dell'Osservatorio: "In futuro meno agenti impiegati"

Alessandro Austini
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Stadi più pieni rispetto all'ultimo dato pre-pandemia. Il numero di incidenti stabile. La crescita della percentuale di episodi di violenza registrata all'esterno degli impianti. Le partite di calcio in Italia, passo dopo passo, stanno diventando eventi più «normalizzati» e l'emergenza sembra essere finalmente alle spalle.

Un lungo processo iniziato negli anni Duemila, passato attraverso l'istituzione nel 2005 dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive presso il Viminale e l'aggiornamento della legislazione sugli impianti sportivi. La morte dell'ispettore capo di polizia Filippo Raciti a Catania nel 2007 fece prendere coscienza definitiva del problema. Dalla prima versione della Tessera del Tifoso ideata nel 2009 dall'ex ministro degli Interni Roberto Maroni, alle varie norme introdotte per migliorare la sicurezza negli stadi, la lotta alla violenza nel calcio ha portato nel tempo a dei risultati tangibili, superando anche la fase dello scontro più duro tra le istituzioni e il complesso mondo degli ultras.

La Tessera del Tifoso esiste ancora ma si è trasformata dal 2017 in una «fidelity card». Mentre prima era obbligatorio acquistarla per sottoscrivere gli abbonamenti alle partite casalinghe e per seguire tutte le gare in trasferta, adesso è uno strumento necessario soltanto per comprare i biglietti di alcune trasferte considerate a rischio incidenti.
Tutte le società di Serie A, B e C devono emettere la loro specifica tessera che, come per la versione precedente, non può essere sottoscritta dalle persone che abbiano ricevuto condanne per reati commessi all'interno degli stadi negli ultimi cinque anni o che siano sottoposte al Daspo. Alcuni club, come ad esempio Lazio, Intere Napoli, continuano a richiedere l'acquisto della card anche per ottenere gli abbonamenti. Ma il tempo delle proteste e delle battaglie legali sembra terminato.

 

A indicare in prima battuta quali siano le gare più pericolose dal punto di vista dell'ordine pubblico è sempre l'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive. Per le partite considerate ad alto rischio la valutazione viene rimessa al Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive (Casms). Poi spetta ai prefetti e ai questori adottare le eventuali limitazioni per la vendita dei biglietti o altri provvedimenti.

Lo scorso 22 aprile il dirigente generale di pubblica sicurezza Paolo Cortis si è insediato come nuovo presidente dell'Osservatorio, che nel corso dell'attuale stagione sportiva ha adottato undici diverse determinazioni in previsione delle partite in calendario, spaziando dalla Serie A alle varie leghe minori, dove spesso i problemi di ordine pubblico sono ancor più difficili da gestire.

«Gli stadi di adesso - spiega a Il Tempo Paolo Cortis - sono un ambiente completamente diverso rispetto al passato. Abbiamo una continua attività di monitoraggio dei dati. Per ovvie ragioni il campionato che è stato toccato maggiormente dal Covid, con la chiusura degli impianti, non può essere usato come un utile riferimento per fare i confronti con altre stagioni».

Il report dell'Osservatorio più recente è relativo all'annata 2018/19, l'ultima giocata interamente con gli stadi aperti. Il documento mostrò un calo delle partite nelle quali si erano registrati feriti dentro e fuori gli stadi: da 63 gare della stagione precedente si era scesi a 43. Il numero dei tifosi feriti era diminuito da 46 a 45 ma tra questi c'era l'interista Daniele Belardinelli, investito e ucciso da un'auto guidata da un'ultrà napoletano fuori da San Siro. Anche le «condotte delinquenziali/incivili lungo le direttrici stradali» si erano ridotte da 120 a 91 episodi.

Il report sulla stagione 2021/22 deve essere ancora pubblicato, ma il trend è in linea con i dati pre-pandemia. Più sicurezza vuol dire anche più tifosi presenti alle partite. Quest' anno la media spettatori in Serie A nelle prime dieci giornate è salita 28.690, oltre tremila in più della media di 25.481 registrata nella stagione 2018/19.

 

Da anni, ormai, i problemi si verificano maggiormente all'esterno degli stadi piuttosto che dentro. «I dati reali lo confermano - prosegue Cortis - si è lavorato moltissimo sul fronte legislativo per migliorare la sicurezza, grazie ai dispositivi di separazione tra le tifoserie avversarie, l'introduzione degli steward, i tornelli, i sistemi di videosorveglianza e i biglietti nominativi su posti numerati. Tutto questo ha fatto sì che sia aumentata la percentuale di episodi di violenza fuori dagli impianti mentre è diminuita drasticamente quella degli eventi all'interno».
Sulla Tessera del Tifoso il presidente dell'Osservatorio spiega che «serve a rafforzare il sistema di sicurezza e ha avuto una sua efficacia. Ma va valutata insieme gli altri strumenti predisposti. Gli stadi nuovi possono dare un ulteriore contributo».

Con un altro obiettivo che resta sempre valido: «Nel momento in cui si riescono a realizzare delle condizioni strutturali e culturali migliori, anche educando i giovani, potrebbe esserci una diminuzione delle problematiche di ordine pubblico. Tra i vantaggi ci sarebbe anche una conseguente riduzione di personale delle forze dell'ordine impiegato negli stadi. È un tema importante perché allo stato attuale c'è un impegno fortissimo da parte della polizia sul fronte dell'ordine pubblico in occasione delle partite di calcio. Riuscire a recuperare risorse, consentirebbe di rafforzare forme di tutela e controllo su altri fronti».

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