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Marcell Jacobs svela le intimidazioni degli atleti inglesi, cosa facevano prima della gara

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Marcell Jacobs svela in un'intervista a La Repubblica le intimidazioni subite da parte degli atleti inglesi prima dell'avvio della finale dei 100 metri agli Europei di atletica. «L’atmosfera nella call room era pesante». Poi il velocista italiano l’ha alleggerita, prendendosi l’oro europeo in 9''95 e rimettendo a posto le gerarchie dei 100 metri piani.

 

 

 

 

Il campione olimpico, mondiale indoor ed europei racconta a Repubblica, quell’atmosfera «pesante» e spazza via un po' di riferimenti e paragoni scomodi: «Prima della gara, gli inglesi hanno cercato di darmi qualche spallatina, così per intimorirmi. Però alla fine si sono complimentati, Hughes si è avvicinato e mi ha detto: ho molto rispetto per te. Non ho mai avuto problemi di credibilità con gli altri sprinter, a dubitare di me è stata l’anno scorso la stampa inglese, non gli atleti. Mennea? Non si possono fare raffronti, ognuno ha il suo stile e la sua personalità. Sono contento di venire dopo Mennea. Il miglior modo di contare è quello di lasciare una scia, di stimolare chi viene dopo di te. Da bambino volevo essere uno da cui si poteva trarre ispirazione. Io stesso ho delle figure di riferimento: LeBron James, nel basket, uno che viene dal nulla, Lewis Hamilton che ha rivoluzionato la Formula Uno, e Usain Bolt che ha cambiato l’atletica». 

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