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Dal gol al rinnovo: Calafiori firma e resta alla Roma

Alessandro Austini
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«Non ho più la voce». Papà Alberto scorre i messaggi sul telefono nel parcheggio deserto e gelato dell’Olimpico. Emozionato è dire poco, sta aspettando il suo Riccardo che è appena diventato «famoso»: un gol-capolavoro allo Young Boys, di quelli che segnano i predestinati, la fine di un calvario e l’inizio di una favola che promette meraviglie.

Calafiori ha fatto centro alla terza partita in prima squadra, il debutto assoluto nello stadio che per ora resta vuoto ma diventerà una seconda casa negli anni a venire: insieme alla serata da sogno in Europa arriva infatti la notizia dell’accordo raggiunto con la Roma per prolungare il contratto attualmente in scadenza nel 2022. Manca solo la firma sul rinnovo triennale, che farà scattare da subito l’adeguamento dello stipendio e dovrebbe prevedere l’opzione per essere prolungato fino al 2025. Il suo agente Raiola chiedeva un ingaggio da 1 milione e 200mila euro netti, quelli che gli aveva promesso la Juventus. La società giallorossa ne ha offerti 500mila, alla fine si è trovato un punto d’incontro che soddisfa tutti, col placet di Ryan Friedkin che ha iniziato a seguire le varie trattative sui rinnovi dei giovani al fianco di Morgan De Sanctis, aspettando Tiago Pinto a gennaio.

Non poteva certo interrompersi per una questione di soldi una storia d’amore vera e propria, perché Calafiori si sente romanista nell’animo e ha lottato con tutto se stesso per riprendersi dal terribile infortunio al ginocchio del 2018, quando aveva già iniziato a segnare gol come quelli di giovedì scorso con la Primavera. Si è operato a Pittsburgh, non ha mai mollato, si è guadagnato piano piano la fiducia di Fonseca e si è messo alle spalle anche il Covid che ha solo ritardato di un mesetto il suo inserimento nelle rotazioni dei titolari.

Pazzo di Daniele De Rossi, al punto da farsi designare come raccattapalle per la gara d’addio dell’ex capitano, con tanto di abbraccio in lacrime sotto la curva durante il giro d’onore, ha scelto il numero 61 che sarebbe il 16 «al contrario». È stato Alberto De Rossi, che si chiama come il suo di papà, a crescerlo sui campi di Trigoria e ad aspettarlo. Segni del destino, ora per Calafiori, che ha nella mamma Barbara un’altra tifosissisima, inizia il bello. Nella Roma può giocarne tante. E Mancini, che non si fa problemi a lanciare in anticipo i giovani (vedi Zaniolo), lo seguirà certamente in vista dell’Europeo. Prima c’è il torneo Under 21, diviso tra marzo e inizio giugno, un obiettivo alla portata. Ma dopo tanta sofferenza, è giusto sognare in grande. 

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