Pirlo vuole Dzeko. Lo ha scritto anche nella tesi da allenatore
Tutto ruota intorno al pallone. Andrea Pirlo ha chiarito il concetto già nella prima conferenza stampa da allenatore della Juventus, sviluppandolo nella discussione che gli ha consegnato l’abilitazione da allenatore Uefa Pro. Se l’amichevole col Novara non ha soddisfatto del tutto la curiosità di tifosi e addetti ai lavori, la tesi intitolata «Il mio calcio» diventa una sorta di manifesto delle idee che il tecnico ha intenzione di mettere in pratica a partire da domenica sera all’Allianz Stadium contro la Sampdoria, per inseguire il decimo scudetto bianconero di fila. «Vogliamo e dobbiamo tenerlo il più possibile finché attacchiamo e dobbiamo avere una ferocia agonistica forte per andarlo a recuperare subito una volta perso». In attesa di vedere in concreto lo sviluppo delle idee, il Settore Tecnico lo ha abilitato con un voto di 107/110, alle spalle del solo Thiago Motta per un punto.
NIENTE MODULI - Il progetto dell’ex regista bresciano è ambizioso, ispirato a squadre vincenti come il Barcellona di Cruijff e poi quello di Guardiola, l’Ajax di Van Gaal, il Milan di Ancelotti e la Juventus di Conte. «L’idea fondante del mio calcio - si legge nella tesi - è basata sulla volontà di un calcio propositivo, di possesso e di attacco. Vorrei giocare un calcio totale e collettivo, con 11 giocatori attivi in fase offensiva e difensiva». Un gioco fluido, in cui i moduli non sono più un dogma. «Nel calcio moderno - prosegue - ormai il modulo di gioco sta cambiando la propria funzione. Da una disposizione statica dei giocatori si sta arrivando ad un’occupazione dinamica delle posizioni funzionali ai principi del modello di gioco». I princìpi base in attacco sono massima ampiezza, rifinitura e attacco alla profondità, ma in concreto proprio nello sviluppo di quest’ultimo punto restituisce le indicazioni viste nell’amichevole con il Novara. «Andremo dunque a posizionarci in campo con un 325 o 235 in fase offensiva - spiega Pirlo - ma i movimenti non sono fissi. In base alle caratteristiche dei giocatori ed al contesto ci saranno rotazioni diverse».
INDIZIO DI MERCATO - Anche perché i ruoli dei calciatori sono cambiati negli anni. «Nel calcio moderno il significato di ruolo sta cambiando. Non è più una posizione fissa che identifica le caratteristiche di un giocatore, ma sempre di più sono le diverse funzioni e quindi i compiti che un calciatore svolge in gara ad identificarlo». I portieri devono «prestare una cura maniacale anche alla fase di gioco con i piedi e di difesa dello spazio», oppure per i difensori centrali «passaggi chiave stanno raggiungendo numericamente quelli dei centrocampisti centrali» fino all’attaccante «capace di dialogare con tecnica e intelligenza con i propri compagni per favorire gli inserimenti degli stessi». Un inciso che suona come un indizio di mercato, per l’identikit che calza a pennello al profilo di Edin Dzeko.