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Sanremo 2024, tutti contro Travolta nella terza serata. Ovazione per Morandi, Mannino convince

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È Teresa Mannino la star della terza serata del 74° Festival di Sanremo. La comica siciliana si prende la scena sin dalla prima discesa delle scale dell’Ariston. «Queste scale sono diverse perché non servono a niente, ci solo altri 8 ingressi. Qui dietro c’è gente che prega, stringe amuleti, fa il segno della croce. È lui ti dice che è il momento in cui ci sono 10 milioni di italiani che ti guardano, lo psicologo dovevi fare», esordisce la comica sbocciata a Zelig Off che scende le scale soltanto quando si fa acclamare a gran voce del pubblico che scandisce: «Te-re-sa». Sono tante le battute che riserva alla serata: dall’abito di piume indossata pure da Jennifer Lopez, («ma lei ci va a fare la spesa. Se vado dal macellaio così mi spenna e mi butta nel banco frigo») al bacio degli esquimesi per nasi importanti, alludendo al proprio e a quello di Amadeus: «A Sanremo ci sono più nasi che fiori». 

 

 

Eros Ramazzotti, ospite all’Ariston per celebrare i 40 anni di Terra Promessa, lancia un appello: «Ci sono quasi 500 milioni di bambini che vivono in zone di conflitto, altri milioni che non vedranno mai la terra promessa: basta sangue, basta guerre. Pace!». Fiorello ironizza, invece, sugli echi delle polemiche sull’esibizione di John Travolta concentrate sul Ballo del Qua Qua. «Se avessimo scippato due anziani davanti la posta ci avrebbero insultato di meno. Lo scippo è meno grave del Ballo del Qua Qua», dice lo showman siciliano. Meno diplomatico sul caso, invece, Amadeus: «Si è parlato tanto, forse troppo di John Travolta - ha esordito, infatti, Amadeus aprendo la serata - ma non si è dato abbastanza spazio alla grandezza del Maestro Giovanni Allevi». Travolta ricorre ancora parlando con Ramazzotti, Morandi, Russell Crowe che, in versione cantante con la sua band, i «The gentlemen barbers» ha suonato «Let your light shine». «Al mio segnale scatenate l’inferno», dice poi in italiano rievocando «Il gladiatore» e le sue origini italiane ritrovate attraverso Luigi Ghezzi. «Qualcuno dice che arrivava da Ascoli Piceno, chi da Parma». 

 

 

Sul palco, tra un pezzo in gara e l’altro, si parla del Canto lirico italiano riconosciuto come patrimonio dell’Umanità attraverso il coro della Fondazione Arena di Verona che esegue “Va, pensiero” diretto da Francesco Ommassini. E pure di morti sul lavoro con il dialogo in musica del drammaturgo Stefano Massini e del cantautore Paolo Jannacci che invocano «l’amore per i diritti che ci spettano, viva la dignità!». Salgono sul palco anche Massimo Giletti, che di ritorno alla Rai dopo la parentesi su La7 presenterà il 28 febbraio una serata per i 70 anni della tv di Stato, Gianni Morandi (autentica ovazione del pubblico quando canta “C’era un ragazzo che come me”), Sabrina Ferilli. Tra i presentatori, i 15 cantanti che si sono esibiti ieri, e i presentati continua la gara nella gara del FantaSanremo con mazzi di fiori regalati a direttori d’orchestra e mamme in platea come la signora Beatrice, mamma di Guido Luigi Senia in arte Il Tre, matite che passano di mano e cinque battuti. Un’altra serata show all’Ariston.

 

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