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Assolto anche in appello. Parla Marco Carta: io, innocente messo alla gogna

Giovanni Terzi
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Un arresto per furto aggravato di sei magliette alla Rinascente a Milano, e tutti i telegiornali, e giornali che titolavano già sulla colpevolezza. Questo è accaduto a Marco Carta, condannato dalla stampa e dai media ancor prima di essere processato e messo alla gogna in modo violento nonostante, pochi giorni dopo l'arresto, il giudice lo rimise in libertà. «Un vecchio proverbio diceva "male non fare, paura non avere". Ho continuato a ripetermelo in attesa di vedere il magistrato e ho fatto bene a ripetermelo e ad aver fiducia nella magistratura che ha riconosciuto la mia totale estraneità ai fatti. Sono molto scosso in questo momento e spero e mi auguro con tutto il cuore che la stampa e il web diano alla notizia della mia estraneità al reato di furto aggravato la stessa rilevanza che hanno dato all'arresto. In questi casi quando sai di essere ingiustamente accusato pensi alla tua famiglia e alle persone a te care che leggono notizie e si allarmano e soffrono inutilmente. Vi prego di restituire a loro la serenità che meritano. Sono una persona onesta e certamente non rubo. Grazie ancora e spero mi aiutiate per me e per loro a fare chiarezza».

Questo il messaggio scritto su Facebook da Marco Carta all'indomani della liberazione da parte del giudice che aveva negato la convalida dell'arresto. Ma nonostante questo, dalla sera del 31 maggio del 2019 fino ad ottobre di quest' anno, il giovane cantante italiano vincitore del Festival di Sanremo nel 2009 era considerato «presunto colpevole». Si perché spesso accade che nel nostro Paese si diventi subito colpevoli ancor prima di un giusto processo. Una situazione surreale in cui Carta si è trovato suo malgrado, ma che lo ha profondamente ferito. Una vicenda sufficiente breve, mi direte voi, in soli 18 mesi si è risolta con l'assoluzione anche in appello una fastidiosa vicenda giudiziaria. Ma questa velocità non è stata sufficiente a risarcire dal danno morale e sociale in cui l'artista sardo si è trovato.

«Ho vissuto questo secondo grado con grande serenità anche se, talvolta, mi è sembrato di venir sopraffatto dagli eventi». Così inizia la conversazione con Marco Carta dopo che anche la Corte d'Appello ha confermato la sua totale innocenza ed estraneità ai fatti.

Perché si sentiva sopraffatto dagli eventi?
«Perche queste vicende ti portano in modo naturale a farti mille domande. A diventare ancora più introspettivo e a chiederti il perché di certe cose».

E quali domande si è fatto in questo anno e mezzo?
«Prima di tutto mi chiedevo non tanto come sarebbe andata la vicenda giudiziaria, ma come sarebbe stato il mio futuro. La gogna media tica e la cattiveria di certa stampa ha fatto si che la mia reputazione venisse pesantemente incrinata da questa orrenda vicenda e ho sempre temuto per la mia vita professionale futura».

E poi?
«Poi il pensiero andava alla mia famiglia, a chi mi ha cresciuto, ed al procurato dolore che, a causa mia, vivevano. Volevo essere pulito di fronte a loro». Però lei ha dimostrato grande forza e caparbietà di fronte a questa vicenda... «Io mi sono sempre guardato allo specchio conoscendo la mia onestà però ero affranto perché mi continuavo a chiedere "chissà cosa pensa la gente...

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