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Selvaggia Lucarelli trita Gabriel Garko: quanto ha preso per l'outing al GfVip

Foto:   Per gentile concessione ufficio stampa Mediaset

Giada Oricchio
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Il cincischiato coming out di Gabriel Garko al GFVip 5 ha suscitato reazioni discordanti. Una cosa è certa: Garko, dietro compenso, ha scoperto la sua copertura per coprire un'altra copertura cioè la verità sul sistema "collaudato" (cit. Signorini) dell'Ares Film, la società che ha prodotto le fiction nazionalpopolari record d'ascolti. Si è "immolato" e si è fatto sacrificare. A riportare un po' di verità nello showdown di venerdì sera al GFVIP, è Selvaggia Lucarelli che su TPI ha messo in fila una serie di osservazioni: "Penso che Gabriel Garko sia una brava persona e che abbia parecchie cose da risolvere, ma che la prima cosa da risolvere non sia dirci che è gay, perché lo sappiamo e non ce ne frega niente. (...). Il problema è che Gabriel Garko ha quasi 50 anni e sembra avere il problema – ricorrente – di chi è stato manipolato per anni e quando torna “libero” trova nuovi manipolatori che sostituiscono i precedenti. Magari meno evidenti, ma più subdoli e altrettanto invischianti. (...). Forse è il caso che quello che qualcuno ha definito come il “coraggioso”, “eroico” Garko capisca una volta per tutte che lui è ancora parte dello stesso sistema che vorrebbe denunciare. Se è vero quello che si è raccontato, ovvero che in questa agenzia Ares di cui lui faceva parte accadevano cose terribili al momento narrate con una certa vaghezza, è anche vero che al vaso di Pandora è stato immediatamente messo il coperchio".

 

E qui la Lucarelli snocciola le cifre del coming out: sembra che abbia chiuso un accordo per parlare delle pratiche Ares ma che sia stato silenziato come Signorini, la D’Urso e tutta Mediaset. Secondo la Lucarelli avrebbe preso 30.000 euro per il GF e 30.000 per Verissimo, il prossimo 3 ottobre. La giornalista prosegue: "Ora, chi decide a Mediaset non penso occorra specificarlo. Al massimo, bisogna capire quale personaggio della famiglia sia intervenuto. (...). Alla luce di questa premessa, la decisione di raccontare in un programma Mediaset il presunto sistema Ares faceva già abbastanza ridere. A Signorini, poi, che è uno dei principali volti Mediaset, che dirige il settimanale della famiglia Berlusconi. Ares è esibita perché parte di un sistema, perché era una società di Mediaset (...). Dunque, se proprio Garko ci voleva raccontare la sua terribile verità, quello era già il posto sbagliato. E lo era ancor di più alla luce della censura subita. Avrebbe dovuto dire: “Mi censurate? Allora sto a casa”. Invece, ieri sera ha detto: “La verità scavalcherà ogni segnale di omertà” ed era nella tv che gli ha impedito di dire la verità. (...). Poteva dimostrarci di non voler più far parte di quell’ingranaggio e di avere uno slancio onesto, senza alcun ritorno, se non quello della verità. Dice poi che il suo coming out lo farà in un programma “più consono”, quello della TOFFANIN, ed è ancora più esilarante. Poteva andare in Rai o la 7, gratis. Magari dopo aver fatto una denuncia dettagliata in questura. E invece, va da chi lo zittisce".

 

La Lucarelli sottolinea che se il GF non era il luogo consono per dire "sono gay", come invece è Verissimo, allora non lo è nemmeno per scoperchiare il pentolone dell’eventuale esistenza di un sistema che manipolava, occultava, provocava anoressia, disagi psichici e dipendenze psicologiche. L'analisi prosegue: "Ha detto che andrà a denunciare, Garko, quindi ritiene che siano stati commessi dei reati. (...). Perché è chiaro che della verità nella sua sofferenza c’è, ma è altrettanto chiaro che sta scegliendo la strada sbagliata – ancora una volta- per raccontarla. (...). Finché Ares continuava a produrre fiction, a creare attori mediocri dal nulla a cui le Virna Lisi e Stefania Sandrelli davano credibilità, il sistema in fondo è andato bene a tutti. Ed era un sistema che viziava i suoi attori, con assistenti personali, autisti, copertine, narrazioni da grandi star. (...). Certo è che fino al 2015/2016 quando la Ares ha iniziato la corsa verso il fallimento, questo sistema di terribili manipolazioni era qualcosa di cui non ci si riusciva a liberare. Finite le macchine con gli autisti, tutti hanno avuto un improvviso slancio di libertà. Adesso, se per Garko ed altri è venuto davvero il momento dell’Onore e il rispetto, bisogna che Garko dimostri di essere altro, rispetto al sistema. Di voler denunciare non con la letterina retorica in tv e il bambino per mano che gli tiene la busta col cachet, ma con una denuncia articolata e cazzuta alle autorità competenti". Infine, la giornalista ritiene che stiano giocando sulla pelle di Garko: "In fondo chi ti usa chiedendoti di fingere una storia d’amore, non è così diverso da chi ti usa per alzare lo share. Forse è ora che Garko torni a essere di Garko. E che ci dica cosa è successo, non di chi si innamora".

Foto per gentile concessione dell'ufficio stampa Mediaset

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