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Adesso basta. Perché Pierluigi Diaco dice addio ai social

 Pierluigi Diaco 

Francesco Fredella
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Niente social. Il profilo Instagram di Pierluigi Diaco sta per essere chiuso. Il conduttore di “Io e te” - il programma di Rai1 - decide di sterzare. Basta post, foto e social. Basta linciaggi mediatici (di cui è stato più volte vittima). “Manterrò solo Twitter”, scrive su Instagram. E negli ultimi giorni, Diaco è stato attaccato duramente da qualcuno che l’ha preso di mira. Si è parlato, prima, di una presunta e furiosa lite con Matano in via Teulada (di cui non ci sono prove e testimoni). Poi sarebbe spuntato l’episodio choc della sedia volata (anche in questo caso senza prove) dieci anni fa durante UnoMattina estate.

 

 

 

Un vero attacco. Lui, con l’aplomb di sempre, probabilmente sa chi c’è dietro tutto questo. Ma sullo sfondo restano i numeri. Che parlano. Eccoli: “Io e te” raggiunge 1,3 milioni di spettatori in media ogni giorno sfiorando il 10% di share. Punto e capo, verrebbe da dire. ”Negli ultimi anni i media cosiddetti tradizionali, radio, tv e giornali si sono fatti dettare l'agenda di temi e argomenti da quella che io chiamo la dittatura social - racconta Diaco all’Adnkronos. Come fa ad essere più autorevole un account anonimo rispetto a un giornalista, scrittore, opinion leader che, prima di esprimere una opinione, si concede il naturale tempo del ragionamento, del silenzio e dello studio? Ho la sensazione che se questa sudditanza psicologica che i media tradizionali hanno nei confronti della dittatura social non finirà in tempi brevi, la cultura digitale, che ha di per sé un carattere a tratti disumano, si mangerà la cultura delle emozioni e quindi l'uomo, come diceva Maritain, nella sua centralità”. 

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