Il coronavirus è quasi finito. Cosa dice l'immunologo a Mara Venier
A “Domenica In”, l’immunologo clinico Francesco Le Foche fa il punto della situazione (ottimistico) sul Coronavirus: “La pandemia è quasi finita. Ma mascherine e distanze sociali sono ancora necessarie. Il virus torna in autunno? Se è come la Sars sparirà. Il vaccino antinfluenzale è fondamentale come i tamponi”.
Mara Venier ospita a “Domenica In”, il professor Le Foche rivelando di averlo inseguito a lungo: “Mi ha detto di no per diverse settimane perché gli chiedevano i selfie in ospedale, ma ce l’ho fatta”. Le Foche è preciso e chiarissimo oltre che ottimista: “E’ probabile che il Coronavirus scompaia e non torni più proprio come è successo con la Sars, sono molto simili dal punto di vista genetico. Noi speriamo che sia così, ma qualora non si comportasse in questo modo siamo pronti. La mascherina per i bambini è mortificante? Sì, il termine è giusto, ma non è un segno di sconfitta, è una vittoria perché è il baluardo tra noi e il virus. Ed è opportuno utilizzare ancora le mascherine negli ambienti chiusi e all’aperto quando non si possono rispettare le distanze di sicurezza. La distanza determina la salute pubblica e la mascherina ci libera dal virus, è assolutamente necessario usarla. Ovviamente spero che alla riapertura delle scuole a settembre o ottobre non ci sarà bisogno della mascherina. I bambini al di sotto dei 5 anni non devono portarla anche perché possono avere piccole patologie che con la mascherina si aggraverebbero”.
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Il professor Le Foche ha negato che ci siano discrepanze tra i clinici e i virologi in merito alla virulenza del Coronavirus: “Non ci sono cose discordanti tra quello che dicono i colleghi Galli e Zangrillo. Abbiamo avuto l’incendio di una foresta che è stato spento, ora ci sono piccoli focolai e riusciamo a domarli. E’ vero che nelle terapie intensive e sub intensive non ci sono casi gravi, ci sono sindromi più lievi determinate da un efficacissimo lockdown. Abbiamo riaperto piano, piano e ci sono piccoli casi. La carica virale del Covid19 è molto bassa come ha detto il professor Zangrillo. I malati non sono in condizioni critiche al momento dell’accettazione se non in casi particolari. Gli italiani sono rimasti disorientati davanti ai nostri interventi perché ognuno ha parlato in riferimento alla propria specializzazione, in apparenza c’è stato un caos comunicativo, ma in realtà dicevamo tutti la stessa cosa. Posso dire che a livello internazionale siamo stati i migliori in assoluto. Non c’è assolutamente discrepanza e non concordia di vedute. Succede solo che noi clinici ce ne accorgiamo subito, virologi e scienziati se ne accorgeranno in un altro momento. Il Covid19 riscriverà i trattati di virologia perché si è comportato in maniera diversa da tutti gli altri virus e non eravamo preparati. D’altra parte il sistema difende la specie, non l’individuo”. Alla domanda delle domande “il Coronavirus tornerà?”, l’immunologo ha risposto: “Non lo può dire nessuno. Se si comporterà come i cugini della Sars no, ma se tornerà, non darà il disagio che ha dato questa volta: siamo preparati e non sarà pandemico. Non può creare i problemi che ha creato. All’inizio delle pandemie, come diceva Tucidide, i popoli hanno un senso di sbandamento, ora abbiamo tutto più chiaro e possiamo combatterlo”.
Infine ha ribadito l’importanza dei test: “Sono fondamentali e vanno fatti in ogni regione, bisogna fare i tamponi per avere la fotografia generale della nazione e servirà anche quella mondiale. Queste forme di pandemie non sono così casuali, rientrano nelle condizioni ambientali. Ci crediamo i proprietari del pianeta, ma non lo siamo, dobbiamo rispettare gli ecosistemi. Finora conoscevamo la genetica verticale, ma esiste anche quella trasversale, i virus entrano nel nostro organismo e lo cambiano”. Per Le Foche il vaccino antinfluenzale è fondamentale: “E’ importantissimo perché ci fa fare subito l’analisi differenziata se il Covid dovesse tornare in autunno/inverno. Dopo i 65 anni è necessario, raccomandabile anche al di sotto. Voglio dire che dobbiamo superare lo spettro, il fantasma del Coronavirus, dobbiamo superare la paura e tornare alla coesione sociale. Continuiamo ad avere comportamenti rispettosi della salute pubblica, ma siamo quasi alla fine della pandemia sia a livello sociale sia sanitario”.