Cucina, moda, teatro e musica: tutte le anime del Futurismo
Il ciclo di incontri è stato curato da Federico Palmaroli Tra gli ospiti Beatrice Venezi e Massimiliano Finazzer Flory
La mostra «Il Tempo del Futurismo», presentata nelle sale della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma fino al 28 febbraio, curata da Gabriele Simongini e premiata da un entusiasmante successo di pubblico, ha risvegliato la cultura italiana da un sonno letargico, polarizzando il campo delle opinioni fra «pro» e «contro». Dando una scossa elettrica e agendo come il detonatore per un’esplosione dialettica che sarebbe piaciuta a Marinetti & Co. possiamo quindi dire che la mostra ha già vinto la sua sfida, alla faccia degli immusoniti e tristi sostenitori della faziosità ideologica e politica. Come ogni italiano si sente in pectore più bravo dell’allenatore della nazionale e detta la sua personale e «invincibile» formazione, così ora tutti si sentono sommi esperti di Futurismo e con toni noiosamente professorali proclamano cosa non va nella mostra, chi manca, cosa si poteva fare di più, ecc. Si dice tutto e il contrario di tutto e questo significa che la mostra è capace di suscitare dibattito e confronto. Mica finisce qui, però, perché aveva ancora una volta ragione Marinetti nello scrivere: «Il Futurismo è l’ottimismo artificiale opposto a tutti i pessimismi cronici, è il dinamismo continuo, il divenire perpetuo e la volontà instancabile».
Infatti, da sabato 11, alle 17, nella Veranda Parolibera della GNAMC (ben diretta da Renata Cristina Mazzantini), inizia l’atteso ciclo di talk ed eventi curato da Federico Palmaroli, in arte Osho, appassionato di Futurismo da molti anni ed esperto comunicatore. Il programma, promosso dalla Struttura di missione anniversari nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalla Fondazione Magna Carta, si intitola «Vita Futurista». E come sottotitolo dichiara gli intenti futuristi: «Parliamo di arte.
Parliamo di vita». Il primo appuntamento che già fa venire l’acquolina in bocca è quello intitolato «L’arte in tavola», dedicato alla rivoluzione culinaria futurista tra paradossi gastronomici e sperimentazione non convenzionale. Una contestualizzazione storica di Guido Andrea Pautasso sarà seguita dalla preparazione di «polibibite» e di vivande futuriste.
Il 18 gennaio ecco la moda futurista con la sua influenza sulla creatività degli stilisti contemporanei: dopo Antonella Basilico e Guido Andrea Pautasso interverranno Stefania Ricci, Direttrice della Fondazione Ferragamo e il pittore post-futurista Antonio Fiore, in arte Ufagrà, con un’esposizione di riproduzioni di abiti futuristi a cura dell’Accademia di Alta Moda Koefia. Il primo febbraio risuonerà «Tutta un’altra musica», con l’arte dei rumori e con gli interventi di Lucia Ianniello, Giulia Mazzoni, Beatrice Venezi e l’ensemble di percussioni Aura del Conservatorio di musica O. Respighi di Latina. Si prosegue l’8 febbraio con l’architettura, partendo dalla rivoluzionaria utopia futurista del geniale Antonio Sant’Elia per arrivare all’avvenire possibile nell’architettura contemporanea. Il 15 febbraio una sorta di «teatro della sorpresa» sarà proposto da Massimiliano Finazzer Flory con «Gran serata futurista», mentre il 22 febbraio si terrà l’evento conclusivo nella Sala delle Colonne dal titolo quanto mai attuale, «La Grande guerra della Cultura», ma riferito al «dopo» prima guerra mondiale. Sarà una sorpresa, in puro stile futurista.