Concertone, tutto tace ma già si fanno i conti: "Mancati incassi per 4 milioni"
Il pasticcio del Concertone di Capodanno rischia di costare caro alla città. Sia in termini di immagine che di vero e proprio danno economico. Solo per ristoranti, locali, bar ed esercizi di somministrazione in genere, il venir meno di 80-100 mila persone in un colpo solo potrebbe significare un mancato incasso di 4,2 milioni di euro. Le stime di Fiepet Confesercenti sono calcolate sulla base degli introiti ottenuti lo scorso anno per lo stesso evento, che porta romani ma anche turisti italiani e stranieri a vedere sì il concerto, ma anche il più delle volte a soggiornare almeno una notte e, soprattutto, a visitare la città durante il giorno, fare shopping e consumare nei locali. Sempre Confesercenti cerca di valutare anche il danno sul piano turistico, in termini di arrivi e presenze. Sebbene sia presto per dare numeri precisi, anche in questo caso ci si basa su quanto accaduto lo scorso anno.
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Durante il periodo Natale-Capodanno le presenze registrate in città sono state 730 mila mentre le stime di quest’anno, per lo stesso periodo, anche considerata l’apertura della Porta Santa, viaggiano a livello più basso rispetto a quanto si sperava e si attestano sulle 750 mila presenze contro le 800 mila che, appunto, gli operatori attendevano. «A peggiorare questa flessione sulle previsioni - dice Angelo Di Porto, presidente Assoturismo - è intervenuto il pasticcio del concertone, che potrebbe incidere con un’ulteriore flessione del 10%. Il tutto è confermato da un tasso di occupazione dei nostri alberghi associati che si attesta intorno al 70% e non sopra l’80% come previsto». Neanche a dirlo, il 10% di flessione stimato «è considerevole visto che incide quasi esclusivamente sul mercato interno ed è comunque un danno ingente all’indotto economico locale oltre che all’immagine di Roma Capitale».
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L’indotto vuol dire anche trasporti, visite culturali, commercio e, appunto, ristorazione. «Ci sono locali, soprattutto attorno al Circo Massimo, che già stanno facendo la conta dei danni in caso di mancato concerto», sottolinea Claudio Pica, Presidente Fiepet Confesercenti. Disdette vere e proprie ancora non se ne sono registrate, fa sapere Giuseppe Roscioli, presidente Federalberghi Roma, che però fa anche notare che «non ci sono state altre prenotazioni in questi ultimi giorni. Difficile capire se siano o meno legate a questa situazione, ma non è neanche certo poterlo escludere». Di sicuro «non giova all’immagine di Roma. L’idea di un evento completamente gratuito, che da qualche anno richiama migliaia di persone, soprattutto giovani, e che potrebbe non esserci, peraltro durante il Giubileo quando già la Capitale è sotto i riflettori di tutto il mondo, non è una buona notizia». E anche se Tony Effe ha confermato che il 30 e il 31 terrà il suo concerto al PalaEur e il biglietto costerà 10 euro come cifra simbolica, l’indotto che ruota attorno a questo evento non può essere paragonato a quello che genera il concertone.