
Capodanno a Roma, è bufera sul Campidoglio dopo il benservito a Tony Effe

Chi di woke ferisce di woke perisce. Le lezioni della sinistra sul politically correct si sono ritorte come un boomerang su Roberto Gualtieri e la sua giunta. Il sindaco di Roma si è incartato sul concertone di Capodanno, facendo scivolare la città in una slavina che ha trascinato l’intera amministrazione che prima ha invitato Tony Effe al Circo Massimo e poi l’ha censurato con tante scuse. Ieri come dieci piccoli indiani si sono sfilati anche gli altri due artisti originariamente in programma: Mahmood e Mara Sattei. «Ho aspettato fino all’ultimo - ha scritto Mahmood sui social - poiché speravo di leggere una notizia diversa rispetto all’esclusione di Tony Effe dal Capodanno di Roma. Ritengo sia una forma di censura per cui decido anche io di non partecipare al Capodanno della Capitale. Sono fermamente convinto che qualsiasi forma d’arte possa essere discussa e criticata, ma non deve esistere censura». A ruota è arrivata Mara Sattei: «Date le decisioni prese in merito al Capodanno di Roma, anch’io non prenderò parte all’evento. Non trovo corretto impedire a un artista di esibirsi, privandolo della sua libertà di espressione».
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Vista la mala parata, Gualtieri ha cercato di gettare acqua sul fuoco sostenendo che «Roma Capitale non censura nessuno. A Roma in questi tre anni hanno suonato tantissimi artisti, di ogni genere e provenienza» e che la Capitale «è e resta una città aperta e libera». Secondo il sindaco poi «parlare di censura è del tutto fuori luogo. Tony Effe ha già suonato a Roma e sicuramente avrà occasioni di suonare ancora nella nostra città. Tuttavia, è evidente che si sono urtate alcune sensibilità su valori fondamentali come la libertà delle donne e la lotta contro ogni forma di violenza nei loro confronti. Il concerto di Capodanno ha senso solo se è una festa che unisce e non divide». Di certo il caso Tony Effe ha diviso ancora una volta il partito di cui Gualtieri fa parte, quel Pd che ora commenta con sarcasmo quanto accaduto a Roma. «Penso che l’errore sia stato a monte» ha scritto ieri il consigliere regionale Massimiliano Valeriani, in un post sui social poi cancellato ma «intercettato» dal consigliere capitolino Giorgio Trabucco, capogruppo della lista Gualtieri. L’artista, secondo Valeriani, «non doveva essere invitato e basta, ma ancora peggio è stato comunicargli che ci eravamo sbagliati e, scusandosi, chiedergli di fare un passo indietro». Poi ha rivolto «un appello al mio amico Massimiliano Smeriglio, nuovo assessore alla Cultura: il prossimo anno il concerto prova a organizzarlo tu». Piccata la replica di Trabucco: «Valeriani - dice - pensi piuttosto a fare opposizione al centrodestra in Regione». Ma l’uscita è stata sufficiente a far ipotizzare, dalle parti del Campidoglio, che dietro il caso Tony Effe si nasconda il solito fuoco amico.
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L’area dei dem più vicina alla segreteria nazionale - è la ricostruzione - avrebbe aizzato i militanti dei circoli a chiedere lo stop all’esibizione mettendo in difficoltà il Campidoglio e segnando uno strapuntino nella lotta tra le correnti. Ma davvero nel Pd c’è chi gode per la tempesta che si è abbattuta sul Comune? «Gualtieri dovrebbe ricordarsi - fanno notare fonti del partito romano e laziale - che il problema l’ha sollevato Silvia Costa, che ha votato Stefano Bonaccini». La mossa di Capodanno avrebbe indispettito l’anima cattolica del partito e anche quella più sensibile al tema dei diritti. Un pasticcio, quindi, tutto da attribuire a Palazzo Senatorio. Un risultato miracoloso, però, Gualtieri l’ha già raggiunto: aver scatenato la rivolta dei cantanti (soprattutto di sinistra) che lo hanno scaricato nel giro di una manciata di post. La lista è lunga e coinvolge Lazza, Emma Marrone, Giorgia, Gaia, Amedeo Minghi, Noemi e Francesco Baccini. «Se Le donne di Modena dovesse uscire oggi mi romperebbero...», tuona Baccini. E cosa direbbe Fabrizio De André se assistesse a ciò che accade nella Capitale. Cosa sarebbe successo a «Bocca di rosa» e a «La canzone di Marinella» sotto la scure di Gualtieri? Intanto il sindaco è rimasto da solo sul palco con la foglia di fico del politically correct. E ha annullato all’improvviso la conferenza stampa prevista oggi per la presentazione dei concerti gratuiti del 1° gennaio. Chissà se inizierà subito a fare le prove con la chitarra per il concerto di Capodanno. Magari in duetto con Elly Schlein, che di rap se ne intende.
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