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Roma, la verità dell'agronomo: "Ecco perché cadono gli alberi"

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Alessio Buzzelli
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Roma è la Capitale più verde d’Europa, si sente spesso ripetere. Il che è vero, anche se spesso si omette di dire che paradossalmente è pure la città europea che meno si prende cura del proprio patrimonio naturalistico. Un percorso che, nel giro di vent’anni, oggi ha portato Roma – tra definanziamenti costanti e mancanza di gestione ordinaria – dall’essere un esempio mondiale di virtuosa valorizzazione del verde pubblico all’essere l’esatto opposto. Le cose, però, nel corso dell’ultimo periodo, pare stiano lentamente migliorando, anche se c’è ancora moltissimo da fare, come ha spiegato a Il Tempo Andrea Santacroce, Agronomo specializzato in arboricoltura urbana e professionista tra i più stimati della Capitale. «Bisogna partire dal fatto che oggi Roma sconta almeno un ventennio durante il quale per il verde pubblico non è stato fatto quasi nulla - ha osservato Santacroce - Dato questo presupposto, è chiaro che chi amministra oggi si ritrovi suo malgrado a dover ricominciare praticamente da zero, persino sugli aspetti dell’amministrazione ordinaria. Posso però dire che negli ultimi due anni ho osservato un netto miglioramento, a partire dalla programmazione fino allo stanziamento di nuovi fondi, come i 100 milioni di euro trovati per un nuovo bando. Anche se, per interventi davvero sistemici, di fondi ne servirebbero molti di più».

 

 

 

Nonostante questo, però, i problemi continuano a esserci: la tragedia sfiorata in seguito alla caduta di un albero avvenuta ieri l’altro su via Cristoforo Colombo ha riacceso le polemiche sul tema. Sull’episodio Santacroce ha la sua idea: «intanto bisogna dire che si trattava di un albero abbastanza vecchio, sul quale probabilmente non erano stati effettuati controlli. A maggio scorso, però, la prova di trazione aveva dato risposte discrete, con i valori dell’incrinometro (tra lo 0,2 e lo 0,02, il limite è 0,25, ndr) che non suggerivano un’imminente caduta». E allora perché è caduto? Si poteva evitare? «Non ho letto la relazioneha risposto l'agronomo -, ma da quel che ho appreso penso che la decisione di programmare un nuovo controllo a distanza di un anno sia stata quella giusta, l’albero in sé non era in condizioni critiche al momento del controllo». «Dalle foto che ho potuto visionare, – ha concluso Santacroce – le radici mi sembravano in buono stato, ragion per cui si potrebbe ipotizzare che una delle cause del ribaltamento della pianta potrebbero essere state le condizioni del terreno, infiltrato dalle recenti e abbondanti piogge, unite ad altri fattori ahimè spesso imponderabili».

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