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Caccia alle batterie elettriche, ora i ladri d'auto rubano "green"

Elena Ricci
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Quella dei furti dei pezzi di auto, in particolar modo batterie delle vetture elettriche, è la nuova frontiera del business per i criminali, sempre più specializzati e «formati» alla stessa stregua di meccanici e tecnici professionisti presso grandi case produttrici di auto. Sembrerebbe una descrizione quasi iperbolica, ma i numeri dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, restituiscono una realtà decisamente in linea con la cronaca. Nella Capitale, infatti, solo nel 2023, negli ambiti dell’attività repressiva posta in essere dai militari dell’Arma, sono state ben 84 le persone arrestate per furti di pezzi d’auto e 85 quelle denunciate a piede libero. Parliamo di numeri che sebbene a primo acchito possano sembrare irrisori, non lo sono affatto se consideriamo che sono relativi a una sola tipologia di furto, in relazione al quale i ladri sono diventati sempre più esperti e preparati.

Sicuramente, come ha precisato a Il Tempo il colonnello Alessandro Dominici, comandante del Nucleo Radiomobile di Roma, pronto intervento 112, quello dei pezzi d’auto è una tipologia di furto che permette un intervento più rapido ed efficace da parte delle forze dell’ordine, in quanto la strumentazione utilizzata dai criminali, tra l’altro per strada, produce rumore e non passa inosservata. Proprio qualche giorno fa, a Roma, a un’auto elettrica è stata sottratta la batteria: i ladri hanno tagliato i sedili e parte del sottoscocca, rubando il blocco batteria per un valore di 12mila euro. Un furto effettuato con estrema precisione dunque, che ci fa capire come i ladri oramai siano tanto all’avanguardia quanto le auto di nuova generazione, utilizzando le tecniche più svariate che richiedono un certo tipo di approccio per evitare il rischio di folgorazione.

Dunque, parliamo di un contesto criminale specializzato, abile anche nella rimozione del cosiddetto «VIN» (Vehicle Identification Number), un codice alfanumerico presente sul telaio delle auto che ne permette l’identificazione. C’è da dire però, che la criminalità non fa solo leva sui blocchi batteria, ma su tanti altri pezzi d’auto: tra le più gettonate ci sono le parti di carrozzeria, tra cui ruote e impianto frenante che, gruppi ottici, come spiegato il colonnello Dominici «rendono molto di più sul mercato».

«A tal proposito - precisa ancora il colonnello - è molto importante anche per chi acquista pezzi di ricambio prestare attenzione alla provenienza, poiché in caso di elementi rubati, anche se inconsapevoli, si potrebbe incorrere in una denuncia per riciclaggio». Questo è uno dei motivi per il quale spesso, soprattutto le batterie delle auto elettriche, provviste in alcuni casi di "VIN", non vengono vendute come pezzi di ricambio, ma come generatori di energia elettrica.

«Gli accumulatori al litio dei veicoli ibridi hanno una elevata capacità di immagazzinare energie. Per questo motivo le batterie delle auto elettriche sono appetibili per sfruttarle come accumulatori in impianti fotovoltaici e sui camper» ha spiegato a Il Tempo il commissario Roberto Mastromauro, responsabile della squadra di polizia giudiziaria del compartimento di Polizia Stradale Lazio e Umbria. Questa tipologia di batterie infatti, non genera interesse sul mercato come pezzo di ricambio, in quanto le case produttrici di veicoli ibridi le assicurano per minimo un decennio, tempo di durata della stessa batteria, ma come accumulatori per usi diversi, molto gettonati nei mercati neri e sulle bacheche online.

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