Roma, rischio amianto in oltre 100 scuole
Era la nostra kryptonite: la fibra che uccide, la lunga catena di omicidi bianchi, le polveri sottili inalate nei polmoni che causano danni irreversibili all’apparato respiratorio, un male che può manifestarsi anche dopo molti anni, paragonabile alla silicosi dei minatori. Ma a differenza del minerale che annientava Superman, l’amianto colpisce tutti e purtroppo anche i bambini. Ora se ne parla molto meno, ma quel veleno non è mai scomparso: gli ultimi dati dell’Osservazione nazionale (Ona) rilevati a Roma e nel Lazio non sono affatto rassicuranti. Luoghi di lavoro, sedi di importanti società, depositi e magazzini e purtroppo anche molte scuole. Nella regione ne sono state censite 5.371 e – secondo una stima dell’Ona nell’8% dei casi è presente quell’ospite malefico e indesiderato. Una percentuale che scende al 6,8% per i 3.551 istituti della città metropolitana, ma resta preoccupante. Il minerale-killer è sempre in agguato. Il Comune di Roma ha investito nella bonifica 10 milioni di euro, fondi della Regione Lazio. Il censimento dei siti dove potrebbe annidarsi è solo parziale.
Servirebbero risorse molto più ingenti, lo smaltimento richiede tecniche e procedure costose e complesse. Le rilevazioni dell’Ona hanno evidenziato la presenza di amianto in 111 scuole della Capitale dove è necessaria una messa in sicurezza dei locali per tutelare la salute di studenti, professori e non docenti esposti quotidianamente. Un caso su tutti: la scuola «Carlo Evangelisti» di via CorneScuole Tante sono state censite nella regione: nell’8% dei casi è presente la particella tossica lia, nel quartiere Aurelio. Era sfuggita al censimento del 2020. Una scuola primaria che ha esposto al rischio i bimbi dell’asilo. Per far rimuovere l’amianto è stato necessario un esposto presentato dal presidente dell’Ona, l’avvocato Ezio Bonanni, alla procura della Repubblica. L’amianto era presente in una tettoia e nella canna fumaria di un locale tecnico e in un cortile dove giocavano i bambini. Analisi mediche hanno appurato che non esiste una soglia minima al di sotto della quale il rischio si annulla. Tutti i tipi di amianto sono allo stesso modo cancerogeni.
Ogni anno nel Lazio vengono censiti 100 nuovi casi di mesotelioma, nel 2023 il numero di malattie asbesto correlate è stato di circa 500 persone. Di recente la Corte d’appello ha condannato il Campidoglio all’indennizzo di 61mila euro per la morte di un dipendente comunale di 58 anni causata dall’esposizione in ambiente lavorativo. Negli istituti dove è stata rilevata la presenza di amianto sono state stanziate le risorse per la rimozione, ma non si sa ancora se i lavori sono stati ultimati: Montale in via di Bravetta, (1 milione di euro); Tacito in via Vinci, zona Trionfale (960mila) ; l’Archimede-Pacinotti, (780mila) a Val Melania; Federico Caffè (500mila) invia Fonteiana; J.F. Kennedy in via Nicola Fabrizi (500mila), l’Istituto superiore di via Serandi, al Tufello (460mila); la succursale di via del Tufo e l’Istituto superiore Von Neuman ai Monti Tiburtini (320mila) Lucrezio Caro in via Venezuela (330mila); Louis Pasteur in via Barellai (300mila) e il Tasso-Righi in via Sicilia e via Campania (260mila). In quante altre scuole l’amianto continua ad esserci ma non lo sappiamo?