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Roma, Gualtieri vara la rivoluzione: vuole i 30 km/h sul 70% delle strade

Martina Zanchi
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«L’obiettivo è trasformare in zona 30 chilometri orari il 70% delle strade di Roma entro la fine della consiliatura». L’annuncio del sindaco della Capitale Roberto Gualtieri, nel bel mezzo dell’evento con cui a novembre ha celebrato il secondo anno di mandato, ha lasciato di stucco più di qualcuno seduto in platea all’Auditorium Parco della Musica. Considerando infatti solo la cosiddetta Grande viabilità (ovvero quella di competenza comunale) che comprende 599 arterie, mentre infinitamente di più sono quelle municipali, il target è parso quantomeno astratto. A quale ambito fa riferimento il primo cittadino? A quali e quante zone o quartieri? Non a caso qualche giorno prima l’assessore capitolino alla Mobilità Eugenio Patanè aveva circoscritto il campo. «Sono favorevole - disse il delegato durante un incontro a Garbatella - a istituire delle zone 30 sulla viabilità secondaria».

 

 

Per ora tuttavia il Comune ha redatto un piano che prevede la nascita di 69 «isole ambientali» che automaticamente, insieme a piste ciclabili e marciapiedi più ampi, prevederanno il limite a 30 km/h. Sembra però un programma che non si avvicina affatto al 70% proclamato dal sindaco, che ad oggi ha davanti poco più di due anni di permanenza a Palazzo Senatorio. Durante un convegno che si è svolto a marzo, comunque, era stato sempre l’assessore Patanè a chiarire cosa è fattibile in una grande città e cosa no. «Per le zone a viabilità primaria non è immaginabile (la zona 30, ndr) perché ci sono funzioni che non sono compatibili. Penso agli autobus, alle linee express, ai tram, oltre al fatto che ci sono strade a scorrimento veloce che non consentono alcun tipo di limitazione del traffico». Quindi sulle strade municipali, magari vicino alle scuole, sì. Sulle strade trafficate e percorse dai mezzi pubblici, forse no.

 

 

 

E mentre a Bologna infuria la polemica sulla scelta del Comune di rendere zona 30 praticamente tutta la città, nella Capitale come sempre è l’ironia a ridimensionare ambizioni e frasi altisonanti. «Limite a 30 chilometri orari? A Roma ci pensano i cantieri», ha ironizzato Fabrizio Ciliberto, presidente di Udicon Lazio. Lunedì l’associazione di tutela dei consumatori ha invitato Gualtieri, piuttosto, a pensare a come risolvere il caos della viabilità causato dalle centinaia di lavori in corso contemporaneamente. «Chiediamo al sindaco di adottare misure tempestive per migliorare la situazione includendo un piano di gestione del traffico più efficiente - ha commentato Ciliberto - con particolare attenzione ai percorsi utilizzati dai lavoratori. Richiediamo miglioramenti immediati nei servizi di trasporto pubblico con l'obiettivo di ridurre la dipendenza dalle auto private». Come a dire, insomma, che finché nella Capitale le auto saranno costrette a procedere a passo d’uomo facendo lo slalom tra i cantieri, altre zone 30 davvero non servono.

 

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