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Frenata sullo stadio della Roma a Pietralata: via libera a metà

Martina Zanchi
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Semaforo verde in commissione Urbanistica sulla delibera che riconosce il pubblico interesse al progetto del nuovo stadio dell’A.S. Roma, ma con un monito preciso da parte della maggioranza: per sedersi nella conferenza dei servizi decisoria, il sindaco dovrà aspettare che l’Assemblea capitolina verifichi l’inserimento, nel futuro progetto definitivo del club, di tutte le indicazioni e le richieste espresse dall’Aula.

Ci sarà quindi un secondo voto in Consiglio (dopo quello sul pubblico interesse intorno ai primi di maggio) che peraltro non è previsto dalla legge sugli stadi. È però un passaggio politicamente essenziale per il centrosinistra, che dieci giorni fa in un faccia a faccia con Gualtieri ha messo in fila dubbi e perplessità sorte da una prima analisi del progetto giallorosso e dopo le verifiche dei dipartimenti. In ogni caso il mandato che il sindaco ha affidato all’assessore Maurizio Veloccia, per accelerare il via libera nelle commissioni che tardavano a rilasciare i necessari pareri, per ora ha dato i suoi frutti.

Quella di ieri infatti per il delegato all’Urbanistica è stata una giornata campale, con l’intervento in due commissioni di fila (la seconda è stata quella congiunta Ambiente e Mobilità, che però non si è ancora espressa) per spiegare punto per punto quali saranno le integrazioni che il Campidoglio chiederà alla Roma per consentirle di costruire il nuovo stadio a Pietra lata, in un’area di proprietà comunale. Aggiunte e precisazioni che saranno riassunte in un maxi emendamento di maggioranza e che, a conti fatti, si sostanziano in lacci, legacci e oneri ulteriori per Trigoria. Tra i punti fermi condivisi tra consiglieri e giunta c’è l’incremento dei parcheggi (al momento «il numero individuato non è sufficiente», ha detto Veloccia) alla definizione di soluzioni per agevolare l’accesso all’ospedale Pertini, evitando un catastrofico blocco del traffico già oggi intenso, fino alla mitigazione dell’impatto acustico sul quadrante. E al netto di novità, i giallorossi dovranno procedere a proprie spese - ma in favore di Roma Capitale - agli espropri delle ultime particelle private rimaste nell’area.

Entro l’inaugurazione dello stadio, poi, dovranno essere già state realizzate le nuove infrastrutture (ponti ciclopedonali, parcheggi eviabilità d’emergenza) e dovrà essere riqualificata la fermata della metro B Quintiliani. Da definire invece quanto e come dovrà essere potenziata l’attuale capacità del trasporto pubblico verso lo stadio. Sul piano urbanistico, infine, sarà vietata la cessione del diritto di superficie e verrà inserito il vincolo di destinazione d’uso sull’area oggetto della concessione. Dato poi che su Pietralata vige già un piano particolareggiato, Veloccia ha chiarito che, in caso di esito positivo, «la conferenza dei servizi decisoria costituirà di per sé variante urbanistica».

Questo, per la Roma, significa che «non ci si potrà limitare al ridisegno delle aree di proprio interesse, ma bisognerà garantire la ripianificazione di Pietralata su indicazione dell’amministrazione». Difficile, con queste premesse, che il nuovo stadio possa essere inaugurato tra quattro anni, per il centenario del club. Ma come promesso dal sindaco il progetto sta andando avanti, anche se col freno a mano tirato. 

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