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Roma, ecco il muro anti-cinghiali sulla Colombo: strada invasa dagli animali

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Massimiliano Gobbi
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Una barriera anti-cinghiali lungo un tratto della Cristoforo Colombo per impedire che gli ungulati attraversino la strada. La giunta capitolina, con una delibera, ha dato mandato agli uffici tecnici di predisporre l’installazione di una rete metallica di 2,5 chilometri e la sostituzione di precedenti recinzioni ammalorate nel tratto dell’arteria compreso tra via del Martin Pescatore e la centrale Acea, praticamente fino al mare. Un’analoga azione di contenimento è stata già realizzata in largo Rosa Gattorno, in via Giuseppe Taverna e in via Giorgio Pasquali, strade adiacenti al Parco dell’Insugherata. Qui sono state posate speciali reti «keller» in corrispondenza di varchi di passaggio dei cinghiali individuati da una mappatura effettuata dal Municipio XIV. Dopo l’abbattimento, nella regione Lazio, di più di undicimila ungulati negli ultimi tre mesi e 700 catturati nei parchi della Capitale, l’amministrazione prova a fermare l’avanzata dei selvatici anche nel quadrante Sud, dove la loro presenza è massiccia.

 

 

La Cristoforo Colombo, del resto, taglia di netto l’area della Riserva naturale statale del litorale romano, comprendente al suo interno la grande pineta di Castel Fusano e la riserva presidenziale di Castel Porziano. «L’intervento è finanziato con circa 150mila euro e prevede la completa rimozione delle attuali recinzioni ammalorate che saranno sostituite con una barriera in rete metallica di 2,5 chilometri lineari - spiega l’assessore capitolino all’Ambiente Sabrina Alfonsi - I lavori che includeranno anche la potatura degli arbusti invasivi partiranno entro l’estate e si concluderanno nell’arco di due mesi». «Come Amministrazione - ricorda ancora la Alfonsi - siamo impegnati nelle azioni di monitoraggio e contrasto della presenza degli ungulati nelle aree urbane in collaborazione con la Polizia Locale di Roma Capitale, la Città Metropolitana e la Regione Lazio. Siamo, peraltro, coinvolti nell’attività del Tavolo coordinato dal Prefetto di Roma sull’applicazione del Piano di contenimento della peste suina».

 

 

«Si tratta di primo segnale di un diverso approccio nella gestione della fauna selvatica a Roma - commenta l’Organizzazione internazionale protezione animali, Oipa - un segno di buona volontà dopo le incresciose vicende di cui sono state vittime i cinghiali». «Aprire la caccia al cinghiale, narcotizzare e poi abbattere gli esemplari che si spingono nelle zone urbanizzate - sottolinea l’organizzazione animalista - sono soluzioni violente e non etiche. Per evitare gli attraversamenti della fauna selvatica si possono installare anche dissuasori acustici e dossi. Una corretta e puntuale gestione della raccolta rifiuti, poi, è prioritario».

 

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