Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Roma, Giubileo e Pnrr a rischio Mafia. Allarme dei giudici: “Possibili infiltrazioni criminali”

Esplora:

Augusto Parboni
  • a
  • a
  • a

I timori sono stati messi nero su bianco. E senza usare mezzi termini: il Giubileo 2025 è già nel mirino della criminalità organizzata. Un fiume di soldi sul quale hanno intenzione di mettere le mani le mafie. È stato il presidente della Corte d’appello di Roma, Giuseppe Meliadò, a sottolinearlo nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2023. «Gli stanziamenti milionari previsti per la realizzazione degli obiettivi del Pnrr e le ingenti risorse che affluiranno a Roma in vista del Giubileo rendono concreto il pericolo di possibili infiltrazioni della criminalità organizzata: una macchina burocratica lenta e farraginosa è il principale terreno di coltura di tali pericoli, un virtuoso equilibrio fra celerità, trasparenza nell’affidamento delle risorse ed effettività dei controlli, specie preventivi ne è il principale antidoto». Il numero dei processi con oltre trenta imputati celebrati nel 2022 (sono 32 solo nel Tribunale di Roma e 45 complessivamente nel distretto) testimonia dunque il peso crescente «assunto dai reati associativi e di criminalità organizzata - spiega l’alto magistrato - così come vanno ricordati i grandi numeri della sezione misure di prevenzione, che gestisce il 39% dei beni sottoposti a confisca nel Paese».

 

 

A confermare i timori del presidente Meliadò, anche il procuratore generale facenti funzioni, Salvatore Vitello, nella sua relazione: «La Dda conferma che nel territorio metropolitano di Roma, nell’area limitrofa e nel basso Lazio, sono radicate numerose organizzazioni criminali qualificabili al 416 bis e tra loro diversificate per quanto riguarda la struttura, i modelli operativi praticati e l’origine della forza di intimidazione. Alle organizzazioni mafiose di matrice autoctona si affianca una galassia criminale fatta di singoli o gruppi, articolazioni delle organizzazioni mafiose tradizionali». Secondo il pg, infatti, le risorse ottenute in maniera illegale dalle organizzazioni criminali vengono usate «per acquisire il controllo di attività imprenditoriali o per penetrare il mondo degli appalti». Il procuratore ha anche affrontato l’argomento intercettazioni: «In questo contesto l’azione di contrasto di fenomeni così invasivi del tessuto economico ed amministrativo, anche se non inseriti nel perimetro della criminalità organizzata, non può prescindere dall’attività di intercettazione». Un’attività investigativa che per il pg Vitello è necessaria per combattere il reato di corruzione permettendo «di disvelare pericolosi intrecci mafiosi».

 

Dai blog