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D'Amato, il candidato del Pd insegue i 5 Stelle sul reddito di cittadinanza

Daniele Di Mario
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Il derby a sinistra comincia. La sfida Pd-5 Stelle sarà destinata a caratterizzare la campagna elettorale e, nel giorno in cui in Corte d'Appello si aprono gli uffici per la presentazione delle liste in vista delle elezioni regionali nel Lazio del 12 e 13 febbraio, cominciano le prime scintille tra il candidato governatore di Dem e Terzo Polo, Alessio D'Amato, e quello di M5S e Polo Progressista, Donatella Bianchi.

Lo scontro nel campo della sinistra, con Giuseppe Conte sempre più proiettato a intercettare l'elettorato progressista e i pentastellati dati nei sondaggi nazionali ormai stabilmente sopra il Pd, si apre col reddito di cittadinanza. Intervistato dal Fatto Quotidiano, D'Amato si dice favorevole, ma «con maggiori controlli». Inevitabile la replica di Donatella Bianchi, pronta a ricordare come il Terzo Polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi sia fermamente contrario al reddito di cittadinanza.

«È uno strumento utile, perché bisogna sostenere chi non ha un lavoro - rintuzza la candidata M5S alla presidenza del Lazio - Finalmente D'Amato se n'è accorto e l'ha lanciato nel suo programma. Alla Regione, quando governeremo, metteremo in atto forme di sostegno per chi non ha la possibilità di vivere dignitosamente. Lo ha capito anche D'Amato e lo ha capito il Pd, mi piacerebbe sapere cosa ne pensa Calenda ma forse lo dirà nelle prossime ore».

«Siamo contenti che D'Amato voglia istituire un fondo per aiutare i percettori di reddito che a causa delle scelte del governo Meloni resteranno senza alcun supporto economico - insiste Bianchi - Ma vorrei ricordare a D'Amato che diverse settimane fa Conte ha lanciato questa stessa proposta e che io oggi torno a ribadire. Al governo della Regione noi costruiremo strumenti analoghi al Reddito di cittadinanza per aiutare chi è in difficoltà rompendo la retorica delle destre per cui la povertà è una colpa. Sono curiosa però di sapere cosa ne pensa Calenda delle uscite di D'Amato visto che sul reddito di cittadinanza ha sempre avuto posizioni più vicine alla destra».

D'Amato, che nei giorni scorsi ha incontrato i vertici della Cigl, sempre più vicini a Giuseppe Conte, poi insiste anche su legalizzazione della cannabis, salario minimo a 9 euro ed eutanasia, ma «ne vanno delimitati i confini». Temi cari alla sinistra, ormai divisa tra M5S e Pd. Ieri il Polo progressista costituito da Stefano Fassina, Loredana De Petris e Paolo Cento ha spiegato le motivazioni del sostegno a Donatella Bianchi, che definisce la lista «una forza politica che fa della sinergia con l'associazionismo e i movimenti civici un tratto distintivo e qualificante della propria azione politica. Il nostro è un incontro sui temi, sui programmi, sulle prospettive, sugli obiettivi».

E proprio sui temi e sulle prospettive si consuma la rottura tra Verdi di Angelo Bonelli e Sinistra italiana di Nicola Fratoianni: il primo con D'Amato, il secondo con Bianchi. Sulle regionali nel Lazio, insomma, si spacca l'Alleanza Verdi Sinistra. Una spaccatura che rischia di trascinarsi oltre il voto del 12 e 13 febbraio, visto che Sinistra Italiana, entrando nel Polo progressista, guarda oltre la corsa alla Pisana e parla di «inizio di un nuovo percorso», come spiega all'AdnKronos Massimo Cervellini, segretario di Sinistra Italiana Lazio, che ha scelto Bianchi e il M5S per costruire una nuova sinistra progressista ed ecologista.

L'obiettivo è la «ristrutturazione del campo progressista, i cui centri di gravità sono due, non uno solo contornato da tanti piccole realtà satelliti, e qualcuno nel Pd non vuole prenderne atto». Anche all'interno di Europa Verde qualcuno non ha voluto restare al fianco dei Dem e di D'Amato, seguendo Sinistra Italiana ed entrando nel nuovo Polo progressista: è il caso di Marco Cacciatore, fuoriuscito dai Verdi. La formazione di Bonelli, dal canto suo, resta alleata del Pd e per queste regionali ha trovato un nuovo compagno di viaggio: la Sinistra civica guidata dall'eurodeputato Massimiliano Smeriglio.

La lista Verdi e Sinistra sosterrà D'Amato. «Alessio è stato insieme a tutti noi e a Zingaretti protagonista di una stagione di risanamento, che deve assolutamente proseguire - spiega Smeriglio - Abbiamo provato fino in fondo a tenere unita la coalizione uscente ma ora è il momento di partire e noi vogliamo proseguire nel cambiamento, dalla parte dei cittadini e delle cittadine del Lazio». Il derby a sinistra tra Pd M5S è appena cominciato. E tutto da giocare.

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