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Roma, il servizio prelievi trasloca sulla Casilina: il caso al policlinico di Tor Vergata

Antonio Sbraga
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Martedì 10 gennaio il policlinico di Tor Vergata compirà ventidue anni. Ma la struttura è ancora un’incompiuta: il 75 del progetto è stato completato ma ci sono ancora sei piani inutilizzati. Con il settimo dei dieci piani fuori terra della Torre 8 che si trova attualmente in condizioni di «rustico». Un policlinico dove mancano spazi e posti letto, come lamenta la stessa azienda ospedaliera. Spazi che, invece, potrebbero essere ricavati ultimando il progetto. L’azienda, «pur di migliorare la fruizione da parte degli utenti del servizio prelievi», ha deciso di traslocarlo proprio fuori dal policlinico, in una struttura in affitto in via Casilina, a tre chilometri di distanza. Sottoscrivendo un «contratto di locazione dell’immobile sito in via Casilina 1.665 per la durata di nove anni per un importo mensile di 17.020 euro Iva esclusa (l’importo annuale è di 204mila euro)».

 

 

Un trasloco deciso per «aumentare i livelli di sicurezza e migliorare la logistica» dell’attuale Servizio Prelievi, il cui trasferimento libererà contestualmente «gli spazi ad oggi occupati presso il nosocomio per destinarli ad altre attività sanitarie», scrive il Ptv. Il quale è da quattro anni in attesa del via libera alla «progettazione preliminare per il completamento del terzo piano della Torre 8, oggetto di un finanziamento ex art. 20 per 5.996.265 euro attribuito con Decreto U00292 del 13 luglio 2018 e siamo in attesa dell’autorizzazione definitiva da parte del Ministero della Salute», spiega la direzione del Ptv. Che ha anche rimandato per l’ennesima volta la «nascita» della Sala Parto e del reparto di Ostetricia, attesi da ben sette anni. Nel settembre 2021 il direttore generale del Ptv, Giuseppe Quintavalle, annunciò a «Il Tempo» «lo sviluppo e ampliamento dell’area dedicata alle attività ambulatoriali in Torre 8 al piano -1 e l’apertura dei posti di letto di ostetricia e il completamento dei 40 posti letto della Torre 8 nel 2022».

 

 

Poi, nell’aprile scorso, l’azienda annunciò come «imminente l’apertura del Reparto di Ostetricia e della Sala Parto all’interno del Policlinico». Che invece slitta all’estate prossima: «per l’apertura del Reparto di Ostetricia e Sala Parto, finanziato dalla DG 471/2016, siamo in fase avanzata di affidamento del progetto per il piano -1 della Torre 8 che consentirà così lo spostamento delle attività sanitarie attualmente svolte al 4° piano della Torre 6 e permetterà conseguentemente l’attivazione, presumibilmente nel secondo semestre del 2023, della Ostetricia, Sala Parto e Neonatologia», spiega il Ptv. Il quale, senza Ostetricia e Sala Parto, non può diventare un Dipartimento di Emergenza e Accettazione (Dea) di II livello (di cui il Lazio è carente: ne ha solo 5 a fronte dei 14 della Campania) al pari del Sant’Andrea (anche per l’ospedale di via Grottarossa si attende dal 2016: «L’Ostetricia è in via di preparazione per ora sono possibili ricoveri fino al II mese di gravidanza»). Per il 7° piano del Ptv la Regione punta, con i fondi del Pnrr, a farne un «ospedale di comunità» da 40 letti (ma a gestione infermieristica). E, per il «completamento dell’ospedale», sul piano di investimenti del Ministero della Salute, che nel febbraio scorso ha stanziato 5 milioni e 996 mila euro.

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