Roma, sedici persone a processo per lo scandalo cimitero a Prima Porta
Mutilavano i cadaveri con seghe e martelli, gli spezzavano le articolazioni mentre i resti venivano riposti negli ossari prima del tempo. Poi finte cremazioni e la truffa ai familiari dei defunti, convinti a pagare 300 euro per spostare le salme dei loro cari senza sapere invece che i corpi sarebbero stati letteralmente smembrati per fare spazio nei loculi del cimitero. Le indagini horror nel cimitero di Prima Porta a Roma sono finite con 16 persone a processo con le accuse di truffa e vilipendio di salme.
A incastrare gli accusati sono state le telecamere nascoste dai carabinieri tra i vasi di fiori dei loculi, che hanno ripreso alcuni dipendenti di Ama mentre mutilavano i cadaveri. La municipalizzata, che ha in gestione i servizi cimiteriali capitolini, si è costituita parte civile chiedendo un risarcimento da mezzo milione di euro per il “gravissimo danno economico diretto e indiretto, oltre che d’immagine, che gli imputati hanno recato alla società”, hanno detto i legali della municipalizzata romana dei rifiuti, a cui compete anche il servizio di gestione dei cimiteri.