Il Comune di Roma pagava la coop della suocera di Soumahoro: 4,7 milioni in 9 anni
Dal 2013 ad oggi Roma Capitale ha impegnato oltre quattro milioni e mezzo (precisamente 4.679.087,65 euro) in favore della cooperativa Karibu e di questi ne risultano già pagati alla coop di Marie Terese Mukamitsindo, suocera del deputato Aboubakar Soumahoro, all’incirca tre. Le ultime due fatture, da undicimila e 49mila euro, sono state invece "congelate" dagli uffici in attesa di completare alcune verifiche sulla regolarità contributiva della cooperativa.
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Il rapporto tra il Comune di Roma e la Karibu, oggi finita nella bufera a seguito dell’inchiesta della procura di Latina che vede indagata la parente del parlamentare, è iniziato quindi nove anni fa. E a ricostruire il flusso di denaro uscito dal Campidoglio ed entrato nelle casse della Karibu, a cui era affidata l’accoglienza di minori stranieri non accompagnati, è stata la direzione capitolina Servizi alla persona, la cui direttrice è stata invitata a relazionare, insieme all’assessore alle Politiche sociali Barbara Funari, nella commissione Trasparenza che si è tenuta ieri, su convocazione del presidente Federico Rocca (FdI).
Al centro della vicenda c’è ancora una volta la difficoltà per il Comune di reperire posti disponibili, nei centri d’accoglienza della Capitale, per i ragazzi stranieri che arrivano in città senza nessuno che si prenda cura di loro. Le case famiglia di cui si servono i Servizi sociali in zona sono soltanto sei, del tutto insufficienti per far fronte agli attuali 250 arrivi al mese. Così «oggi ci rivolgiamo a 102 strutture fuori territorio», ha spiegato in commissione la direttrice Angelina Di Prinzio. E tra queste c’era anche il centro di accoglienza della Karibu a Latina, dove Roma Capitale aveva collocato sette minori. Verbi da coniugare al passato, visto che pochi giorni fa i ragazzi sono stati trasferiti altrove.
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"Nonostante l’autorizzazione fosse ancora valida e nonostante, da un sopralluogo dei nostri assistenti sociali, la struttura risultasse adeguata - ha spiegato Di Prinzio - quando abbiamo saputo che la Prefettura di Latina ha annullato loro l’affidamento dei centri d’accoglienza per adulti abbiamo deciso di trasferire i ragazzi in altre strutture, anche per sottrarli all’inevitabile esposizione mediatica".
Per cercare di ricavare altri posti letto in città, intanto, il Campidoglio sta valutando di chiedere fondi ministeriali per ristrutturare immobili pubblici e trasformarli in centri adatti a ospitare minorenni. Resta però il nodo della permanenza dei giovanissimi migranti nei commissariati romani, dove bussano dopo essere arrivati in città e in cui spesso, accuditi dai poliziotti, sono costretti ad attendere per giorni che i Servizi sociali trovino un posto in casa famiglia per loro. Una responsabilità in più per gli agenti che, dovendo vigilare sugli "ospiti", non possono dedicarsi al presidio del territorio con tutte le forze di sicurezza in servizio. Per ovviare alla situazione il prefetto Bruno Frattasi ha firmato pochi giorni fa un avviso pubblico volto a raccogliere l’adesione di "partner" - ad esempio associazioni, cooperative ed enti del terzo settore - per la stesura di un progetto da finanziare con fondi europei per massimo 650mila euro. L’obiettivo è istituire in città dei "Safe space", ovvero degli spazi idonei ad accogliere i giovani fino al loro definitivo collocamento in strutture specializzate. Al contempo, il prefetto prevede di supportare gli assistenti sociali del Comune con altri operatori incaricati di prendere in carico i minori non appena si presentano nei Distretti di polizia; di portarli nei "Safe space" - che saranno messi a disposizione direttamente dal soggetto che partecipa al bando - e infine accompagnarli nel centro d’accoglienza definitivo, una volta individuato dai Servizi sociali. Un solo operatore, da quanto si apprende, ha risposto all’appello della Prefettura e il 21 dicembre il progetto approvato sarà presentato al Ministero dell’Interno per la richiesta di finanziamento.
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E sempre in tema di accoglienza, è stato pubblicato ieri dal dipartimento Politiche sociali di Roma Capitale il maxi bando di gara diviso in sette lotti per l’ospitalità, all’interno di centri collettivi o in appartamenti, di 1.751 migranti nel triennio 2023-2025. Il valore dell’accordo quadro supera gli 81,3 milioni di euro; poco più di 99 milioni considerando anche l’Iva.
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