Roma, preso il serial killer di Prati: ora è caccia ai complici di De Pau
Mentre ha vagabondato da solo Giandavide De Pau avrebbe provato a chiedere aiuto. Il presunto assassino di tre donne nel rione Prati potrebbe aver avuto contatti con persone legate alla criminalità, con la quale ha «lavorato per anni», cercando un supporto. Il tutto prima di presentarsi nell'abitazione a Ottavia dove abitano la sorella e la mamma. E dove sabato mattina all'alba è stato fermato dagli agenti della Squadra Mobile che da giovedì mattina cercano la verità sul triplice omicidio. È una delle ipotesi degli inquirenti che indagano sull'assassinio della colombiana in via Durazzo 38, avvenuto intorno alle 9.30, e delle due cittadine cinesi, trovate senza vita in via Augusto Riboty 28 alle 10,50.
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Gli investigatori, infatti, non escludono che l'ex autista del boss della droga Michele Senese possa aver in qualche modo contattato qualcuno durante le ore che ha passato vagando perla città, prima di chiamare la sorella utilizzando il cellulare della cittadina cubana con la quale avrebbe trascorso mercoledì notte, «consumando sostanza stupefacente», come ha riferito agli inquirenti prima di essere rinchiuso in carcere. Ma alle sue richieste di aiuto potrebbe aver ricevuto risposte negative, forse perché «l'interlocutore» non voleva rischiare di essere coinvolto nell'inchiesta. La posizione della donna cubana comunque, è al vaglio della magistratura. La straniera, che è stata sentita in Questura la notte prima del fermo, sarebbe stata convocata dopo che la sorella ha avvertito venerdì mattina i carabinieri di Monte Mario, raccontando di aver ricevuto la chiamata dal fratello in uno stato confusionale. Non solo. L'uomo di 51 anni, che è finito in diverse inchieste per traffico di droga, per ricettazione, violazione di domicilio, porto abusivo di armi e violenza sessuale, avrebbe tentato di avere un «sostegno» da qualcuno mentre vagava per la città.
"Sangue poi black-out". Fermato il sospetto killer di Prati. E' l'autista del boss Senese
All'attenzione degli inquirenti c'è anche il mancato ritrovamento dell'arma del delitto delle tre prostitute. Gli investigatori hanno passato al setaccio anche i cassonetti limitrofi ai due appartamenti dove sono avvenuti gli omicidi, senza trovare la lama usata per accoltellare le tre vittime. Intanto per domani sarebbe stata fissata l'udienza di convalida del fermo per Giandavide De Pau, accusato di triplice omicidio aggravato.
Il 51enne, con un passato da autista del boss Michele Senese e con numerosi precedenti, tra i quali violenza sessuale nei confronti una donna brasiliana avvenuta nel 2006 ai Parioli, nel corso dell'interrogatorio avrebbe ripetuto più volte di non ricordare di essere andato nel seminterrato di via Durazzo dove si prostituiva la colombiana, che secondo gli inquirenti è stata la prima vittima. Gli investigatori stanno comunque continuando ad esaminare le celle telefoniche della zona, proprio per capire se il presunto killer possa aver in qualche modo tentato di contattare qualcuno per chiedere aiuto durante il vagabondaggio con gli abiti sporchi di sangue.