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Il killer di Prati sorvegliato in carcere: si teme il suicidio. Incidente in auto dopo i delitti

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È rinchiuso in carcere a Regina Coeli, Giandavide De Pau, il 51enne indagato per l’uccisione di tre donne nel quartiere Prati, al centro di Roma. L’uomo è guardato a vista per timore che possa tentare il suicidio. Una precauzione presa dalle autorità carcerarie, secondo quanto apprende «Agenzia Nova» dopo che l’uomo è stato visitato dai medici dell’istituto di pena.

 

Questo in attesa che la procura formalizzi la richiesta di convalida del fermo per arrivare all’interrogatorio di garanzia dinnanzi al Gip. Il 51enne è sospettato del triplice omicidio, avvenuto giovedì scorso, vicino al palazzo di giustizia, a pochi centinaia di metri l’uno dall’altro: quello delle due donne asiatiche in via Riboty e della donna sudamericana in via Durazzo. Le vittime sono tutte prostitute che ricevevano i clienti negli appartamenti dove sono state poi uccise a coltellate.

 

Inoltre, nel girovagare per Roma, alla guida della sua Toyota IQ, dopo aver commesso gli omicidi, il presunto killer avrebbe avuto un incidente stradale. Sono particolari che emergono nella ricostruzione fatta dagli investigatori. Il 51enne, avrebbe abbandonato la macchina per raggiungere in taxi la casa in cui vive la sorella e la madre in via Sperani nel quartiere Ottavia. L’auto è stata ritrovata dagli agenti della squadra mobile in un deposito giudiziario e sottoposta a indagini.

 

Ad allertare i carabinieri era stata proprio la sorella. La notizia del triplice omicidio aveva insospettito la donna che conosceva le frequentazioni del fratello. L’uomo era a Roma da pochi giorni e sarebbe dovuto tornare in Abruzzo dove ha una piccola azienda agricola. I sospetti della sorella sono stati riportati dai militari agli agenti della squadra mobile che indagavano sui delitti e, quando la donna lo ha sentito telefonicamente, capendo che era in stato confusionale, lo ha invitato ad andare in ospedale. Non riuscendo a convincerlo, è riuscita però a farlo tornare a casa dove poi è stato fermato dagli agenti con indosso gli abiti sporchi di sangue.

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