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Omicidi Prati: al setaccio telecamere, cellulari e celle telefoniche. Il racconto dei testimoni

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Nessuno ha visto nulla. Ieri nessuno ha sentito nulla. L'omicidio delle due cittadine cinesi in via Riboty sarebbe stato commesso in pochi minuti e nel totale silenzio. «Le due donne sono state uccise tra le 10.30 e le 11. Lo so per certo perché mi hanno portato la cucina e sono salito a piedi fino al nono piano, dove si trova l'appartamento in cui mi sto trasferendo». A parlare è un giornalista che ieri mattina era nel palazzo di via Riboty, dove sono state assassinate le due prostitute cinesi. «Non ho preso l'ascensore perché era occupato - continua - sono quindi anche passato davanti all'abitazione delle due vittime ed era tutto tranquillo alle 10.30. Alle 11, mentre ero in casa, mi ha chiamato il portiere per dirmi che c'era stato un omicidio e non potevo uscire perché una delle vittime era sul pianerottolo. Ci sono rimasto 3 ore e mezza, quando poi la polizia mi ha fatto andare in questura a testimoniare».

 

Un lasso di tempo corrispondente alla testimonianza di un altro inquilino dello stabile, un avvocato: «Avevo appena chiuso una telefonata, saranno state le 10,35 forse le 10,40, ho aperto la porta per andare al bar, il portiere mi ha chiamato dicendomi che al pianerottolo proprio sopra al mio c'era una donna morta. Sono salito e l'ho vista, nuda e piena di sangue intorno». Lui, insieme al portiere, potrebbe essere l'unico ad aver visto il corpo della vittima sul pianerottolo. «Usciva tantissimo sangue dalla testa - racconta ancora- credo sia stata sgozzata. Il sangue era tantissimo ha detto - come se la donna fosse stata finita sul pianerottolo. Aveva una posizione innaturale, forse dopo essersi trascinata al di fuori dell'appartamento, magari in cerca di aiuto».

 

Ha sentito invece delle urla, anzi un urlo, nei giorni precedenti, un inquilino del palazzo accanto. «Provenivano dalla parte bassa della palazzina - ha raccontato - io sto al palazzo qui a fianco e martedì o mercoledì mattina, ora non ricordo bene, ho sentito un urlo anomalo, come di un litigio, di una donna straniera.

 

Era mattina presto, stavo in cucina al pc, che dà sulla chiostrina interna di fronte all'appartamento dove è avvenuto l'omicidio. Quindi si sente, ed essendo chiuso rimbomba. Lì per lì non ho dato peso. L'urlo veniva da una zona bassa del palazzo». Alcuni condomini dello stabile di via Durazzo hanno confermato che sapevano dell'attività di prostituzione in quell'appartamento. «Tutti sapevano che qui c'era una casa di appuntamenti. Vedevo la gente arrivare alle 2, alle 3 del mattino, chiamavano e gli aprivano il portone», ha detto una signora. E ancora: «Qui è pieno di telecamere, sicuramente troveranno l'assassino». Anche un altro ragazzo che abita nello stesso edificio ha parlato di via vai di persone dall'appartamento: «Tutti sapevamo che c'era una casa di appuntamenti». «Questa zona la sera cambia completamente faccia - racconta una signora che vive a piazzale Clodio da 50 anni non c'è illuminazione, da viale Angelico a via della Giuliana è tutto al buio, abbiamo paura. Quando viene mia nipote a trovarmi stiamo al telefono fino a quando non entra nel portone».

 

Di fronte al palazzo degli omicidi c'è un locale gestito da un cittadino cinese: «La polizia è venuta da me, ma io non ho visto e sentito nulla». «Sono arrivata alle 9 di mattina - racconta la segretaria di uno studio legale del palazzo di via Riboty - i legali erano fuori, quindi la polizia ha sentito solo me, ma io non ho sentito nessuno urlare. Alle 10.40 stavo prendendo un caffè vicino alla porta dello studio, ma non ho sentito niente». 

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