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Roma, proteste all'Esquilino. Gli studenti occupano il liceo Albertelli

Valentina Conti
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Occupato il Liceo Pilo Albertelli al quartiere Esquilino. È la prima vera occupazione dell'anno scolastico nella Capitale dopo la "presa-lampo" dell'istituto Argan. Un'occupazione di matrice essenzialmente politica. "L'occupazione - spiegano gli studenti - ha lo scopo di mandare un messaggio a livello nazionale, prodotto da una decisione maturata dal corpo studentesco collettivamente e democraticamente, in risposta alla formazione del governo d'estrema destra che otterrà anche la fiducia al Senato e per evidenziare le problematiche interne al Liceo". "Vogliamo rendere chiara - proseguono gli occupanti - la nostra posizione nei confronti del governo Meloni, il quale, appena formato, non ha perso tempo per prendere decisioni più che discutibili, mentre per quanto riguarda le prossime delibere tra cui la legge di bilancio, dalla campagna elettorale fino ai nomi dei nuovi ministeri, lascia poco spazio all'immaginazione".

 

 

 

 

E ancora: "L'introduzione della parola "merito" nella dizione del Ministero dell'Istruzione fa presagire un intero programma. Parlare di "merito" senza tener conto delle condizioni di partenza del singolo è una visione miope e classista che andrà ad acuire le disparità sociali ed economiche tra gli individui di una stessa comunità scolastica. "Merito" è il contrario di inclusione e di democrazia". Forti le perplessità espresse dagli studenti e dalle studentesse dell'istituto di via Manin poi su temi quali aborto, guerra e ambiente. Al centro della ribellione, come già anticipato nelle scorse manifestazioni, ci sono pure questioni scottanti che toccano più da vicino il 'sistema istruzione'. Dell'edilizia scolastica all'ex Alternanza scuola-lavoro.

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