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Regione Lazio, allarme costi sanità: "Tagliate o ci commissariano"

Antonio Sbraga
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Fra le crescenti perdite delle 7 aziende ospedaliere laziali (-468 milioni nell'ultimo bilancio), c'è un costo debordante che rischia di ritrascinare la Regione nel commissariamento della sanità: la spesa per il personale.

A lanciare l'allarme è la stessa Regione che, in una lettera inviata alle 10 Asl e alle 7 aziende ospedaliere, ha infatti chiesto un «contenimento del costo del personale». Perché, scrive la direzione regionale, «è stato riscontrato un significativo scostamento tra l'andamento previsionale complessivo dei costi del personale e l'importo del Bilancio preventivo per l'anno 2022, incompatibile con i vincoli di natura economico-finanziaria cui la Regione è tenuta. Si ritiene opportuno ricordare che il mancato rispetto dell'equilibrio economico e lo sforamento del vincolo di crescita di spesa del personale rappresentano elementi di valutazione della Regione presso i Tavoli di verifica degli adempimenti e del Comitato Lea.

Inoltre l'eventuale conferma del mancato rispetto del Bilancio preventivo 2022 dell'equilibrio economico da parte della Regione potrebbe configurare, come già avvenuto in passato, l'intervento di azioni da parte del Governo centrale». Dal quale solo poco più di 2 anni fa, il 22 luglio 2020, è arrivato il decreto di uscita dal commissariamento della sanità laziale, durato ben 12 anni. Ed ora, per evitare di ritornare nel tunnel, la Regione «richiede a tutte le aziende di provvedere a ritrasmettere, entro e non oltre il 14 ottobre, la documentazione sul monitoraggio del costo del personale». Però, se la spesa aumenta, i livelli degli organici continuano a restare bassi, anche a causa del blocco del turn-over nei 12 anni di commissariamento. A partire dai 50 Pronto soccorso del Lazio, dove «mancano 357 medici», secondo la stima di Simeu e Cittadinanzattiva.

Ora il Sant'Andrea ha sottoscritto una convenzione per assicurare «prestazioni sanitarie di emergenza-urgenza in favore» dei 5 Ps dell'Asl Roma 5. Mentre al Ps del S. Giovanni-Addolorata mancano 8 medici e, visto il «perdurare della grave carenza che si è venuta a creare soprattutto con le cessazioni dal servizio di medici nella Medicina d'Urgenza e PS, c'è la necessità di procedere all'acquisizione di prestazioni aggiuntive». All'Asl Roma 4, invece, «persiste una grave carenza di medici disciplina Anestesia e Rianimazione»: ne mancano 12 (e altri 10 ne servono per la medicina interna).

L'Asl ha chiesto l'autorizzazione per bandire il concorso urgente. E a Rieti, «stante la carenza di dotazione organica della Pediatria-Neonatologia, che non consente di garantire i regolari turni di guardia e in particolare la presenza nelle 24 ore in Sala Parto e Sala Operatoria Ostetrica per assicurare l'assistenza dei neonati al momento del parto», devono arrivare, come le cicogne, i medici in trasferta dall'ospedale romano Cristo Re.

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