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Roma, Expo 2030 arriva anche allo stadio

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Martina Zanchi
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Il cammino della Capitale verso Expo 2030 passa anche dalla serie A. In questo momento, infatti, è ai campi da calcio che sta guardando il comitato promotore, il cui compito è anche quello di far sì che più cittadini possibile, prima della visita degli ispettori internazionali attesa per marzo, conoscano e apprezzino il progetto di 618 pagine con cui Roma vuole aggiudicarsi l’Esposizione universale. Per raggiungere un tale obiettivo, pochi mezzi sono efficaci quanto una partita di pallone.

Sugli spalti dell’Olimpico, in effetti, di recente si sono sedute anche 64mila persone e attraverso il dialogo con la Figc si sta pensando di organizzare degli «Expo day» durante i campionati di serie A, B e C. A illustrare l’iniziativa - a cui dovrebbero essere associate partnership con Ferrovie dello Stato e Aeroporti di Roma - è stato il ministro plenipotenziario Carlo Scognamiglio, sentito ieri durante la commissione capitolina speciale Expo 2030. Negli stadi, ma anche all’interno delle stazioni e negli aeroporti, l’idea è quella di raccontare tramite stand e maxi-schermi le opportunità che l’Expo può offrire per migliorare la qualità della vita dei cittadini.

 

 

 

Proprio sulla strategia comunicativa si fonda uno degli sforzi più importanti per vincere la partita Expo: si farà ricorso a canali tradizionali ma anche a strumenti d’avanguardia come gli «Nft» (una sorta di "marchio" informatico che certifica le opere d’arte). Quella della comunicazione non è un’operazione di facciata, bensì uno dei criteri che il Bureau International des Expositions valuterà per decidere se dare o meno il via libera definitivo alla corsa di Roma verso il 2030.

Il motivo lo ha spiegato Scognamiglio ai consiglieri comunali: «Il Bie esiste perché Expo è un evento che attira milioni di persone». È chiaro, quindi, che dimostrare di saper gestire numeri importanti, in termini di presenze, sia fondamentale. Roma, ad esempio, vuole arrivare a 200mila posti letto (partendo dai 164mila attuali) per accogliere un target di trenta milioni di visitatori tra poco più di sette anni. E questo, secondo il comitato promotore, è uno degli elementi di forza che la Città eterna può sfruttare contro la saudita Riad, l’ucraina Odessa e la sud-coreana Busan. Il primo test per verificare se il progetto ha colto nel segno ci sarà il 28 novembre, quando si aprirà la prima assemblea generale dei 170 Paesi membri del Bie. Saranno i loro rappresentanti, tra un anno, a votare la città vincitrice. La campagna elettorale è entrata nel vivo. 
 

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