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Nuovo stadio della Roma: diecimila posti in più. L'iter riparte in Campidoglio

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Alessandro Austini
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Si torna alla casella di partenza. Ma stavolta l’As Roma è convinta di poter arrivare al traguardo, costruendo il suo stadio di proprietà. Stamattina a mezzogiorno il Ceo del club giallorosso, Pietro Berardi, salirà gli scalini di Palazzo Senatorio e consegnerà nelle mani del sindaco Roberto Gualtieri il progetto dell’impianto da costruire a Pietralata, sui terreni pubblici che erano destinati agli uffici del Sistema Direzionale Orientale (Sdo) mai realizzati. Quello che arriverà oggi negli uffici del Campidoglio è uno studio di fattibilità, realizzato dallo studio «Gau» su commissione della Roma, e conterrà una novità rispetto ai primi documenti spediti al Comune lo scorso aprile: la nuova casa giallorossa avrà una capienza di 60-65mila posti rispetto ai 55mila previsti inizialmente. Lo stesso numero di seggiolini, quindi, che i tifosi possono occupare oggi allo Stadio Olimpico. 

 

Il progetto seguirà l’iter previsto dalla cosiddetta «Legge Stadi», entrata in vigore nel 2013 e poi modificata. Ad esempio ora si prevede che lo studio di fattibilità presenti un livello di dettagli paragonabile a un vero e proprio progetto preliminare. Le carte del club guidato da Dan Friedkin, però, non dovrebbero ancora contenere i disegni architettonici dell’impianto, per i quali è previsto un bando riservato a due «archi-star» americane. Con il deposito dello studio di fattibilità la Roma chiederà al Comune di aprire la Conferenza di Servizi preliminare, della durata di 90 gironi, al termine della quale in caso di esito positivo l’assemblea capitolina dovrà esprimersi sul pubblico interesse dell’opera. Poi toccherà alla società redigere il progetto definitivo da sottoporre all’approvazione della Conferenza di Servizi decisoria. L’obiettivo è quello di provare a costruire lo stadio entro il 2027, l’anno del centenario del club giallorosso. 

Ma gli ostacoli non mancano. Rispetto al precedente progetto lanciato dalla Roma di Pallotta a Tor di Valle e poi abbandonato da Friedkin, attorno all’impianto è prevista la costruzione solo di una piccola zona commerciale. Niente uffici, niente case (sarebbero vietate comunque dalla legge), con la possibilità di sfruttare la vicinanza dell’area alle fermate Tiburtina, Quintiliani e Bologna della Metro B e della stazione ferroviaria per garantire il trasporto pubblico. Non aiuta, invece, il fatto che lo stadio debba sorgere nei pressi dell’ospedale Pertini: il Comune ha già avvisato i tecnici della Roma sulle opere da realizzare per garantire l’accesso dei mezzi di soccorso nell’ospedale e limitare l’impatto acustico dell’impianto durante le partite.
 

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