Caos Covid: stop alle mascherine a scuola ma è rebus per chi deve tenerle
È scattato ieri lo stop all'obbligo di mascherine anche sui mezzi pubblici, mentre è stato prorogato fino al 31 del mese l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale delle vie respiratorie nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali. A scuola, dove la mascherina non si indossa più dall'inizio dell'anno, restano comunque vigenti le indicazioni contenute nella circolare del Ministero della Salute dello scorso 30 marzo. Pertanto, a chiunque abbia avuto contatti stretti con soggetti confermati positivi al Sars-CoV-2, è applicato il cosiddetto «regime di autosorveglianza», consistente nell'obbligo di indossare mascherina Ffp2 fino al decimo giorno successivo alla data dell'ultimo contatto stretto.
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«Ma su questo la situazione rimane nebulosa», denuncia la presidente dell'Associazione Nazionale Presidi del Lazio, Cristina Costarelli. «In presenza di casi di positività - spiega la preside - i compagni di classe diventano contatti stretti con obbligo di autosorveglianza con Ffp2 per 10 giorni. Però nessuno tra Ministero della Salute, Ministero dell'Istruzione e Asl si è espresso chiaramente su chi sono i contatti che vanno in autosorveglianza a scuola. I compagni di classe? I compagni vicini di banco? I compagni di altre classi se si hanno contatti? I docenti e il personale? La questione - prosegue - è stata scaricata sui dirigenti scolastici, che ad oggi decidono tra combinati disposti di normative in essere e buon senso».
Parliamo anche di numerose classi al giorno in autosorveglianza e anche sull'acquisto delle mascherine Ffp2 le direttive su chi debba comprarle nono sono affatto chiare. «Nessuno dice nemmeno chi deve acquistare le Ffp2, e non sono stati forniti fondi alle scuole, visto che non ne hanno più su questo capitolo di spesa. Una richiesta che non lascia indifferenti in questo momento di crisi che stiamo vivendo. È evidente - conclude Costarelli che si tratta dell'ennesimo silenzio per scaricare, di fatto, responsabilità e decisioni sui presidi e sugli istituti».
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Continuano poi ad esserci problemi sulle cattedre a causa dell'ormai famoso algoritmo, legato alle Graduatorie provinciali di supplenza, che non smette di dispensare ingiustizie tra gli insegnanti precari. «L'ultimo corto circuito - riferisce il segretario generale della Uil Scuola Rua Lazio, Saverio Pantuso - si è verificato all'Istituto Comprensivo Casalotti di Roma, dove 15 maestre di sostegno sono state revocate dopo poco più di una settimana dalla nomina, lasciando i ragazzi più deboli privi di una figura essenziale per l'apprendimento».
Non solo. «Ci sono - aggiunge il sindacalista - cattedre non ancora assegnate in quelle province della regione dove si è deciso di rifare le nomine; assistiamo persino al balletto degli insegnanti per incarichi assegnati in modo errato». Da qui la richiesta: «È necessario che tutti gli Ambiti territoriali del Lazio tornino alla procedura in presenza, per assicurare alle scuole un efficace funzionamento».