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Enti fantasma ma ancora spreconi. Le comunità montane sono costate 40 milioni in 6 anni

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Antonio Sbraga
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Sono state abolite 6 anni fa, ma solo sulla carta. Dal 2016 ad oggi, sono costate alla Regione ben 40 milioni di euro. Di cui un milione per le sole indennità «liquidate» ai commissari liquidatori, in carica da 31 mesi: per estinguere le 22 Comunità Montane del Lazio, secondo la legge regionale, avrebbero dovuto, «entro 90 giorni, fare l'inventario e il bilancio di liquidazione degli enti». Ma invece sono ancora lì, assisi sulle poltrone più alte fra le alture delle burocrazie montane, con un costo di «421.198 euro destinate al pagamento, per l'annualità 2022, delle indennità in favore dei commissari liquidatori, incaricati di portare a termine le procedure per la trasformazione degli enti in unioni di comuni montani e in unione di comuni di arcipelago».

Una trasformazione-lumaca, considerato che già la legge regionale 31 dicembre 2016, la numero 17, aveva stabilito «l'abolizione delle Comunità Montane e della Comunità di Arcipelago delle Isole Ponziane e trasformazione in unioni di comuni montani, disciplinando le relative procedure e prevedendo la nomina dei commissari liquidatori». Secondo il decreto del presidente della Regione, «al commissario liquidatore è dovuta una indennità determinata nella misura del 20 per cento dell'indennità di carica dei consiglieri regionali» (la quale è fissata «in euro 7.600 mensili»), determinando «pertanto una indennità per il commissario pari a euro 1.526 mensili».

In principio, quando furono nominati per la prima volta nel dicembre 2019, oltre ai 22 commissari c'erano addirittura 22 sub-commissari (con la nomina dei presidenti e dei vicepresidenti uscenti delle Comunità). Trentuno mesi dopo il conto delle sole indennità liquidate ai liquidatori è arrivato a un milione di euro. Ma poi ci sono da aggiungere i costi di funzio- namento degli enti montani (a cominciare da quelli per il personale rimasto negli organici), per i quali la Regione continua a spendere 6 milioni e 878 mila euro l'anno. È quanto ha appena erogato per il «pagamento delle spese di funzionamento delle 22 Comunità Montane e della Comunità di Arcipelago delle Isole Ponziane». Perché in Regione, «dagli esiti della istruttoria, risulta un ammontare complessivo ritenuto ammissibile pari a euro 7.964.676,21, di cui euro 4.936.972 per spese di personale ed euro 3.027.703 per spese di ordinaria amministrazione».

E quindi via ai trasferimenti dei fondi regionali in alta quota: I Comunità Montana Alta Tuscia Laziale 114.592 euro, II Dei Cimini 288.288, III Monti della Tolfa 101.624, IV Sabina 151.149, V Montepiano Reatino 629.571, VI del Velino 173.060, VII Salto Cingolano 475.327, VIII del Turano 211.202, IX Monti Sabini e Tiburtini 202.429, X Valle dell'Aniene 303.917, XI Castelli Romani e Prenestini 828.008, XII Monti Ernici 370.770, XIII Monti Lepini 244.396, XIV Valle di Comino 369.943, XV Valle del Liri 573.011, XVI Grandi Monti Ausoni 142.486, XVII Monti Aurunci 590.689, XVIII (qui il link della Regione si apre su un blog "Tutto sulla dieta equilibrata": il sito della Comunità Montana non c'è più) 101.700, XIX L'Arco degli Aurunci 305.140, XX Monti Sabini 120.134, XXI Monti Lepini ed Ausoni e Valliva 147.637, XXII degli Aurunci e Ausoni 341.371 e la Comunità di Arcipelago delle Isole Ponziane 92.348. 

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