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Roma, l'ospedale Pertini lancia l'sos dottori: pronto soccorso nel caos

Antonio Sbraga
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Medicina d'urgenza senza medici: continua l'emergenza all'ospedale Pertini, con il reparto chiuso ormai da diversi mesi che, per stessa ammissione dell'Asl Roma 2, per ora non può riaprire i battenti nonostante l'attiguo Pronto Soccorso risulti quotidianamente sempre tra i più sovraffollati del Lazio. «La grave carenza del personale non consente, allo stato, la riapertura della Medicina D'Urgenza del Presidio Sandro Pertini», scrive infatti l'azienda sanitaria più grande della Regione. Afflitta dalla grave carenza di camici bianchi nei suoi 3 ospedali (Sant'Eugenio e Cto): ha un fabbisogno di «medici e chirurghi d'Accettazione e d'Urgenza di 15 unità». Ed ora ha indetto sia un concorso per 10 posti «per le esigenze dei Pronto Soccorso dei Presidi Ospedalieri della ASL Roma 2», che una «Manifestazione d'Interesse con disponibilità immediata a tempo determinato per 12 mesi per 5 medici o Specializzandi al V anno per le esigenze della Medicina d'Urgenza del Presidio Ospedaliero Sandro Pertini». Nel quale, spiega l'azienda, «a seguito del perdurare della pandemia e per fronteggiare l'attuale carenza nella gestione di alcuni percorsi clinici e assistenziali, al fine di garantire sia lo standard assistenziale previsto dai PS sia la regolare conduzione di tutte le attività ad esse connesse, si rende necessaria l'assunzione a tempo determinato di 5 medici».

Senza queste assunzioni, dunque, non potrà riaprire i battenti il reparto, costituito da 16 posti letto (di cui 4 provvisti di telemetria, per il monitoraggio continuo dei parametri vitali) nell'Edificio A, attigui al piano terra del Pronto Soccorso. Nel quale, alle 17 di ieri, si contavano ben «45 pazienti in attesa di ricovero o trasferimento» su un totale di 68 persone presenti nelle astanterie in un pomeriggio insolitamente calmo. «Noi potremmo trattare 60 pazienti, ma spesso abbiamo all'interno del Pronto Soccorso una media di 100-120 pazienti, e a volte anche un pò più del doppio dei pazienti che potremmo trattare ed ospitare. Il problema non è tanto dove poter mettere le barelle, ma il problema è la capacità assistenziale da dare a queste persone», ha denunciato nei mesi scorsi il medico Cristina Magliocco davanti alle telecamere della Rai.

Puntando il dito contro il cosiddetto boarding, il tempo d'attesa per il ricovero: secondo le linee guida ministeriali il paziente dovrebbe essere trasferito entro le 2 ore dall'ordine di ricovero. Invece al Pertini «a volte rimangono anche 7 giorni, quindi alla fine vengono dimessi direttamente da qui. Fanno l'intero iter assistenziale nel Pronto Soccorso», ha aggiunto Magliocco. «Certo, sono tempi inaccettabili - ha ammesso il direttore del PS del Pertini, Francesco Rocco Pugliese - il paziente noi talvolta dopo 10 minuti sappiamo che deve essere ricoverato». 

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