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I romani sperano nell'Expo. Il 74 per cento approva la candidatura

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Martina Zanchi
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Per risollevare la città eterna i romani sperano in Expo. È iniziato ufficialmente il cammino pubblico della candidatura verso l'Esposizione 2030, un percorso in cui il comitato promotore, gli stakeholder e le istituzioni ripongono piena fiducia, anche al netto della crisi parlamentare che ha messo fine al governo Draghi. Lo ha chiarito il presidente del comitato promotore, l'ambasciatore Giampiero Massolo, all'apertura degli Stati generali di Expo 2030 partiti con sei tavoli tematici. «Naturalmente - ha detto - avere un governo stabile sarebbe un elemento importante, ma la candidatura andrà avanti». Nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, del resto, più di qualcuno ha ricordato che dalla candidatura di Milano, nel 2006, fino all'aggiudicazione di Expo 2015, si sono avvicendati ben cinque presidenti del Consiglio.

 

Quello del 2030 è un treno che la Capitale non deve perdere. C'è in palio la riqualificazione profonda di un esteso quadrante della città - quello di Tor Vergata, dove è previsto il principale sito espositivo - ma un'accelerazione notevole dovrà essere impressa anche ai servizi, dal trasporto pubblico alla gestione dei rifiuti. E dovrà succedere in breve tempo: nei primi mesi del 2023 gli ispettori del Bie (Bureau International des Expositions) saranno a Roma per valutare se la Capitale è in grado o meno di sostenere lo sforzo di Expo ma anche per capire se i romani sposano il progetto. In questo senso, ciò che è emerso da un sondaggio svolto da Ipsos, tra il 7 e il 13 luglio, è già un elemento di valutazione rilevante. Il 57 per cento degli intervistati in città è a conoscenza della candidatura e ben il 74 per cento la valuta positivamente. Al contempo, meno di un cittadino su tre (33%) si dice soddisfatto della qualità della vita nella Capitale.

 

Expo 2030 è un'opportunità per oltre la metà dei romani che hanno risposto al sondaggio ma ben l'86 per cento teme che la Città eterna possa sfigurare all'appuntamento, rischiando di «dare una brutta immagine di sé» nel caso in cui non riesca «a risolvere i problemi attuali». Il sindaco Gualtieri ha risposta promettendo «un trasporto pubblico adeguato, impianti di trattamento dei rifiuti adeguati, servizi degni di una grande capitale». Il primo cittadino sa che quello dell'immondizia è il nodo più complesso da sciogliere, quello su cui non solo i cittadini ma anche le imprese covano la maggiore insoddisfazione.

 

«Se Roma supererà la prova ne guadagnerà la sua immagine internazionale - ha detto Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio, durante gli Stati generali di Expo - Ma non pensiamo di arrivarci nello stato in cui siamo oggi». Gualtieri risponde con altri obiettivi ambiziosi: «Per allora avremo stabilizzato il problema dei rifiuti: avremo avviato la costruzione del termovalorizzatore e degli altri impianti necessari, con sbocchi certi e abbondanti, a differenza della situazione attuale».

Sul progetto che il comitato promotore presenterà il 7 settembre al Bie, ancora coperto dal massimo riserbo (pena la squalifica) il sindaco non lesina entusiasmo. «È spettacolare, resterete a bocca aperta. Trasformeremo Roma». La proposta italiana ruota intorno al tema «Persone e Territori» e parla di futuro, sostenibilità, inclusione sociale e adattamento dell'ambiente urbano ai ritmi della natura.

 

«Il sito di Tor Vergata diventerà uno spazio di sperimentazione», ha suggerito l'archistar Carlo Ratti, ospite in collegamento agli Stati generali. Proprio nella zona della Vela il sindaco pensa a «una grande centrale green che alimenterà integralmente l'area, rendendola neutrale dal punto di vista delle emissioni». Quello di Expo 2030 più che un progetto è una visione. «I nostri concorrenti non stanno a guardare - ha sottolineato Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Esteri - ma puntiamo sulla capacità evocativa di Roma». L'Ordine degli architetti intanto ha lanciato un appello rivolto a oltre 20mila professionisti a cui si chiede di presentare idee e proposte, e ne sono state raccolte subito cinquanta. La Città eterna è tornata a sperare.

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