Roma, sprechi senza fine all'Ospedale Forlanini. Camici, mascherine e farmaci scaduti tra i topi
Nei "Grandi Magazzini" del Forlanini, proprio accanto all'obitorio dell'ex ospedale, c'è uno stoccaggio di materiali ancora incellofanati destinati ai reparti del San Camillo. «Milioni di euro di soldi pubblici buttati e condizioni igienico sanitarie impietose peri dipendent i- denuncia la consigliera regionale Laura Corrotti (FdI) -. Questo lo scenario trovato all'interno dei magazzini dell'Ospedale San Camillo di Roma, dove marciscono gli ordini effettuati negli anni e destinati ai vari reparti ma che in realtà sono rimasti fino ad oggi inutilizzati tra muffa, infiltrazioni, blatte ed escrementi di topo». Le tracce dei roditori sono immortalate nelle foto scattate nel corso della visita ispettiva effettuata ieri mattina all'interno di un armadio e vicino alle scrivanie dei malcapitati addetti al magazzino economale dell'azienda ospedaliera. «Tra gli scatoloni ho trovato materiale di ogni tipo e nella gran parte dei casi scaduto - aggiunge la consigliera regionale mostrando dei video a riprova delle sue parole - dai camici ordinati durante l'emergenza Covid alle mascherine». Su un'etichetta, incollata su uno degli imballaggi, si legge «fornitura camici di protezione, Taglia L, quantità 90».
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E oltre ad una confezione di mascherine Ffp2, c'è anche un'altra fornitura, con data d'arrivo luglio 2021, indicata per l'«Emergenza Covid: Elettrocardiografi». Ma in questo magazzino dai muri scrostati dall'umidità ci sono «provette e apparecchiature varie aggiunge la Corrotti- addirittura barelle nuove accatastate una sopra l'altra mentre troppo spesso le ambulanze portano il paziente in Pronto Soccorso dovendo utilizzare quella in dotazione del mezzo e poi, a causa di mancanza di posti letto, attendono di riprendere il materassino trasportabile per ore, senza poter ripartire e salvare altre vite». Dopo la visita ispettiva, accompagnata dal segretario territoriale del sindacato Fials, Amleto Cortese, la consigliera regionale annuncia «la presentazione di un'interrogazione al presidente Zingaretti e all'assessore D'Amato per fare chiarezza su quanto accade quotidianamente nella struttura ospedaliera, uno scandalo che coinvolge la sanità laziale - conclude Corrotti - come costringere gli addetti ai lavori di questo magazzino a convivere con condizioni igienico sanitarie disumane». Il bagno di servizio è devastato, chiazzato dal nero dell'umidità e della muffa. Poco distanti sono ammassati scatoloni di materiale quasi in scadenza come «padelle per ammalati in polipropilene con sacchetto» e «contenitori monouso con tappo».
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Per quanto riguarda il materiale ordinato per fronteggiare l'emergenza coronavirus, per la direzione dell'azienda «non risponde a verità che sia scaduto, né tantomeno che venga conservato in maniera impropria. Le 2 barelle, temporaneamente collocate nel magazzino economale, sono state recentemente acquisite, al pari di altri arredi imballati e collocati nei medesimi spazi, per consentire la prossima apertura di nuovi reparti ospedalieri. Il materiale verrà consegnato, pertanto nei prossimi mesi e si esclude che in così breve lasso di tempo possa in alcun modo pregiudicare la qualità del materiale acquistato. La loro presenza, quindi conclude l'azienda - è del tutto temporanea e necessaria in considerazione della carenza di spazi da poter utilizzare. Le apparecchiature, invece, altro non sono che beni non più utilizzati, ritirati nel tempo, al fine di consentirne la valutazione per una possibile riparazione o per lo smaltimento».
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