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Lo Stato si riprende l'A24. Il governo toglie al gruppo Toto la concessione della Roma-L'Aquila

Antonio Sbraga
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Tornano a casa-Anas i caselli di A24 e A25: il governo ieri ha revocato la concessione delle 2 autostrade al Gruppo Toto, a causa del «grave inadempimento della società Strada dei Parchi Spa degli obblighi previsti dalla convenzione unica». La procedura era stata avviata dal dicembre scorso dalla Direzione generale del Ministero delle Infrastrutture «in considerazione delle molteplici criticità riscontrate nella gestione dell’autostrada, compreso l’inadeguato stato di manutenzione». Ma l’ormai ex società concessionaria contesta il provvedimento e annuncia battaglie legali: «Nessun inadempimento, è un autentico sopruso al quale reagiremo prontamente e duramente chiedendo i danni ai responsabili», ha annunciato il Gruppo Toto. Ma anche il Ministero nel decreto legge rivendica il proprio «diritto al risarcimento del danno» da parte della società concessionaria. Alla quale intanto «provvede a trattenere sull’importo una somma corrispondente all’entità delle rate della convenzione unica del 18/11/2009, dovute e non ancora versate da Strada dei Parchi Spa ad Anas». L’azienda statale subentra immediatamente nella gestione delle 2 autostrade e, «per l’anno 2022 è riconosciuta in favore di Anas Spa un’anticipazione di 60 milioni di euro».

 

 

Dopo 13 anni di privatizzazione e di aumenti dei pedaggi (+187%) l’A24 (Roma-L'Aquila-Teramo) e A25 (Torano-Pescara) ora «per gli utenti è esclusa ogni ulteriore variazione delle tariffe, che rimangono invariate per il futuro rispetto a quelle del 2017», assicura il Ministero. È inoltre previsto che «l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali avvii un piano di ispezioni per verificare le condizioni sicurezza dell’intera infrastruttura». Anas, invece, «per assicurare la continuità dell’esercizio autostradale, potrà avvalersi di tutte le risorse umane e strumentali attualmente impiegate, tra cui il personale di esazione, quello impiegato direttamente nelle attività operative e le attrezzature, automezzi e macchinari necessari ad assicurare il servizio» delle società del Gruppo Toto.

 

 

Ma per «il concessionario decaduto, in relazione all’indennizzo spettante in base alla normativa vigente», il decreto contempla altre misure. Che non hanno nulla a che vedere con le procedure per il recesso e la cessazione anticipata della concessione annunciata nel maggio scorso dal Gruppo Toto. Strada dei Parchi aveva quantificato in 2,4 miliardi l'indennizzo richiesto allo Stato per la risoluzione anticipata del contratto. Allora il Gruppo Toto annunciò che nel «dicembre 2021 ha iniziato verso il Ministero Concedente una procedura di grave inadempimento, alla quale il Ministero ha risposto con analoga contestazione». Ieri, però, è arrivata prima quella del Governo Draghi.

 

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