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Regione Lazio, Nicola Zingaretti va ko. Il flop del campo largo della sinistra

Daniele Di Mario
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Il campo largo nel Lazio è decisamente più stretto di quello nazionale. Così se il segretario Pd Enrico Letta esulta per i sette successi su tredici capoluoghi andati al ballottaggio, non altrettanto può fare nella Regione amministrata dal governatore Nicola Zingaretti con una maggioranza che comprende sinistra civica, Azione, Italia Viva e, da un anno e mezzo, anche M5S. Nel Lazio il Pd, spesso alleato con i 5 Stelle, perde tutti e tre i capoluoghi di provincia al voto (Rieti al primo turno, Viterbo e Frosinone al ballottaggio), non riuscendone a strappare neppure uno al centrodestra, che si conferma a Rieti e Frosinone, mentre a Viterbo paga le divisioni territoriali e consegna la vittoria alla civica - ma di provenienza di centrodestra Chiara Frontini. Anche nella Città dei Papi, facendo la somma dei voti di lista il centrodestra è ampiamente maggioranza. Una bocciatura, da qualsiasi angolo la si guardi, per il Partito democratico laziale e per il presidente Zingaretti, che governa la Regione da dieci anni. Per il Pd un forte campanello d'allarme in vista delle elezioni regionali del 2023. Anche perché nei due Comuni al voto in cui era uscente una amministrazione M5S sostenuta dai Dem, la debacle è stata totale e senza appello. A Guidonia Montecelio il campo largo non è arrivato neppure al ballottaggio (e il presidente dem del Consiglio regionale Marco Vincenzi s'è visto costretto a esultare per il successo al secondo turno di Mauro Lombardo e del suo Nuovo Polo Civico, nonostante l'estrazione di destra del neosindaco: ha militato in An, è vicino a FdI, è amico di Francesco Lollobrigida, capogruppo a Montecitorio del partito di Giorgia Meloni); ad Ardea Pd e M5S hanno perso al ballottaggio contro il candidato di centrodestra. Le amministrazioni Barbet e Savarese sono state così consegnate agli archivi. Senza rimpianto.

 

 

 

Complessivamente, il Pd ha riconquistato Grottaferrata (era caduta dopo quattro anni e mezzo di amministrazione civica targata Luciano Andreotti) e Ciampino (unico Comune sopra i 15mila abitanti strappato al centrodestra) e si è confermato a Cerveteri, dov' era uscente Pascucci che cinque anni fa sconfisse proprio il Pd. Decisamente meglio è andata al centrodestra che al primo turno ha vinto a Rieti, Ladispoli, Fonte Nuova (con il candidato FdI Presutti davanti a quello della Lega Di Buò) e Gaeta e al ballottaggio ha tenuto Frosinone, Sabaudia e ha strappato Ardea a M5S e Pd. Tirandole somme, il centrodestra ha perso solo dove si è presentato diviso, eccezion fatta per Ciampino e Grottaferrata. E dove ha perso, spesso hanno vinto sindaci civici di area centrodestra (Frontini a Viterbo e Lombardo a Guidonia) spesso sostenuti da forze centriste. Altro dato su cui riflettere. Altro che campo largo.

RISULTATI - Alla fine il tabellino dei ballottaggi di domenica recita: tre Comuni al centrodestra, due al centrosinistra, due alle liste civiche. L'affluenza si è confermata inferiore alla media nazionale, con il 39,66% (il 42,2% in Italia) a fronte del 53,91% del primo turno (54,11% a livello nazionale). A Frosinone il candidato del centrodestra unito, Riccardo Mastrangeli, ha raccolto il 55,32% dei voti contro il 44,68% di Domenico Marzi, esponente della coalizione con in testa Pd e M5S. A Viterbo la civica con un passato nel centrodestra Chiara Frontini, sostenuta anche da Rinascimento di Vittorio Sgarbi, ha portato a casa il 64,92% delle preferenze a fronte del 35,08% di Alessandra Troncarelli, assessore alle Politiche sociali della Regione Lazio anche lei sostenuta da Dem e 5 Stelle. A Sabaudia,il candidato di centrodestra Alberto Mosca (FI e Udc) ha sconfitto con il 52,89% l'avversario civico Maurizio Lucci (47,11%). Anche ad Ardea il centrodestra, che candidava Maurizio Cremonini, ha prevalso con il 51,56% su Lucio Zito (Pd-M5S), che si è fermato al 48,44%. A Cerveteri la candidata Elena Maria Gubetti, sostenuta dal Partito democratico ma senza il simbolo del M5S, ha prevalso con il 52,95% sul candidato unico del centrodestra, Gianni Moscherini (47,05%).

A Ciampino il centrosinistra, che qui correva unito, è riuscito a spuntarla rimontando il lo svantaggio del primo turno grazie all'affermazione di Emanuela Colella (56,38%) contro la sindaca uscente Daniela Ballico (43,62%), sostenuta da FdI, Lega, Forza Italia. Centrodestra sconfitto anche a Guidonia Montecelio, per mano però di un candidato civico di estrazione di centrodestra con il centrosinistra che era rimasto fuori dal ballottaggio dopo il primo turno: Mauro Lombardo ha raccolto il 59,92% dei voti, contro Alfonso Masini, portato da FdI, Lega e FI, che si è fermato al 40,08%. REAZIONI Risultati che convincono il centrodestra a far suonare le campane a morto per Zingaretti. «Nel Lazio è suonata la campana dell'ultimo giro per la giunta Zingaretti - dice il deputato e coordinatore regionale di Fratelli d'Italia Paolo Trancassini - Dalle urne esce un chiaro preavviso di sfratto che sarà eseguito alle prossime elezioni. Grazie al lavoro dei rappresentanti del centrodestra si è riusciti ad avere una vittoria e FdI ha registrato un incremento. Questo è il modello da seguire: da oggi al lavoro per eseguire questo sfratto perché è ciò che vuole la maggioranza degli abitanti del Lazio». «Il Lazio non solo ha visto un importante risultato della Lega, significativo del suo crescente radicamento sul territorio, ma si è dimostrato anche un buon laboratorio politico su cui costruire un'ampia coalizione di centrodestra, capace di porre fine, tra un anno, al lungo malgoverno del Pd e di Zingaretti, che 5 anni fa vinse solo perché il centrodestra si divise», commenta il coordinatore della regione Lazio della Lega, Claudio Durigon. «Il centrosinistra perde in tutti i capoluoghi di provincia- prosegue - Al Pd resta il Comune di Roma con Gualtieri già in grave affanno, come dimostra un sempre più diffuso malcontento anche fra chi lo ha votato. Il centrodestra se unito e se presenta candidati credibili, come a Frosinone, Rieti, Ladispoli e Ardea, vince. In molti Comuni come Viterbo vincono candidati civici di area moderata e di centrodestra. Quindi, se dalle urne del Lazio il campo largo del centrosinistra esce malconcio, il centrodestra, invece, ha una buona base per il lavoro verso le regionali del 2023, e le premesse per una netta affermazione alle prossime politiche, contro una sinistra a trazione Pd, largamente minoritaria sui territori, ci sono tutte».

 

 

«I risultati del Lazio segnano una dura sconfitta del Pd e di Zingaretti. La sinistra che governa la Regione si era fortemente impegnata su questi territori ma consegue un'ampia sconfitta», commenta Maurizio Gasparri responsabile settore Enti Locali di Forza Italia. «Questo risultato lascia ben sperare in vista delle elezioni regionali - prosegue il senatore di FI - Il centrodestra dovrà affrontare questa scadenza all'insegna della massima coesione e facendo insieme le scelte più adeguate per dare un'immagine competitiva evincente. Servono solidità e radicamento, non esperimenti azzardati. La sinistra ha perso le amministrative, il centrodestra ha le regionali alla propria portata». Nicola Zingaretti e il Pd però ridimensionano la sconfitta. «Il campo largo non è una formuletta, ma un modo di costruire alleanza politiche, sociali e culturali vere, con una cultura politica unitaria e non chiusa e settaria - rilancia il governatore Zingaretti - L'ho sempre pensato, anche controcorrente, ma quella battaglia è servita per tirare fuori il Pd dall'isolamento che portava solo sconfitte come nel 2017. La strada verso le politiche sarà lunga ma è quella giusta». Il segretario del Pd Lazio, il senatore Bruno Astorre, parla di «ottimo risultato» ai ballottaggi «dopo esserci confermati primo partito regionale»: «Il Pd è al governo o in maggioranza in 5 dei 12 Comuni» sopra i 15mila abitanti tornati al voto. «Un ottimo risultato in Provincia di Roma mentre purtroppo in altri Comuni, nei capoluoghi, abbiamo pagato il fatto di avere un centrosinistra diviso. Il voto del Lazio, come nel resto d'Italia, conferma il campo largo, anzi larghissimo, come percorso vincente se unito da idee e progetti comuni», conclude Astorre.

E se il sindaco di Roma Roberto Gualtieri si congratula con il segretario Enrico Letta e il Pd per «le belle vittorie ai ballottaggi» (riferendosi a quelle di Verona, Parma, Catanzaro, Piacenza), il sindaco di Fiumicino Esterino Montino va decisamente controtendenza e dice le cose come stanno. Montino invita «a riflettere sul risultato» nel Lazio, invitando «sottovalutazioni e trionfalismo di maniera». Il sindaco di Fiumicino chiede «una riflessione attenta» su risultati «disallineati rispetto al dato nazionale. Il caso Lazio va indagato senza nascondere nulla per poter recuperare. Nei tre capoluoghi di provincia abbiamo perso e in grandi Comuni come Guidonia, il terzo del Lazio per dimensioni, non siamo riusciti ad andare al ballottaggio. Ciò costringe a una riflessione e ci impone una sferzata politica». Viva la sincerità.

 

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