Case Ater a Roma, morosità per un miliardo di euro
All’Ater di Roma si è accumulata una morosità che supera il miliardo di euro. La cifra-monstre è emersa ieri, durante l’audizione del neo direttore generale dell’Azienda, Luca Luigi Manuelli in commissione regionale Urbanistica e Politiche abitative. Una montagna da scalare per il nuovo dg, che di recente ha preso in mano la gestione dell’Ater romana. L’intervento di Manuelli, la cui audizione è stata richiesta dal consigliere di Fratelli d’Italia Massimiliano Maselli, è stato incentrato sulle morosità e sulla situazione debitoria dell’ente, magagne spiegate numeri alla mano.
«Ho chiarito al direttore generale che so bene che le tante criticità che mi apprestavo a esporgli, visti gli anni che ho dedicato ad approfondire la tematica, non sono una sua responsabilità – precisa il consigliere – ma anche che spero che arrivino risposte e che ci sia un’interlocuzione costante per affrontarle tutte». Il capitolo più spinoso riguarda proprio i mancati introiti dai canoni di locazione, per i quali l’ente ha avviato nel 2020 un piano di recupero arrivato, negli scorsi mesi, alla terza e ultima fase. «A detta del dg – spiega Maselli – la morosità ammonta a oltre un miliardo di euro». Più precisamente, alla cifra di 1,026 miliardi. Alle 35mila diffide partite tra il 2020 e il 2021, per un totale intorno ai 490 milioni di euro – aggiunge il consigliere, riportando quanto detto in commissione – avrebbero risposto circa 4.000 utenti intenzionati a regolarizzarsi. Ater ha incassato concretamente, finora, 5,5 milioni; 15 sono stati rateizzati e altri 2,4 sarebbero ancora da rateizzare. Un capitolo a parte riguarda le 18mila raccomandate inviate nel 2022 e recapitate anche a inquilini che, nel frattempo, hanno riscattato la casa popolare o ai figli di defunti. Ater Roma si era difesa spiegando che la terza tranche «riguarda utenti che non hanno più rapporti con Ater» e che, chi riteneva di non dovere nulla, poteva farlo presente rispondendo alla raccomandata. Da quanto emerso in commissione, comunque, i destinatari che hanno preso contatti con l’ente sono stati 2.600. «Quando si parla di morosità, bisogna ricordare che sul canone mensile pesano soprattutto gli oneri accessori e che ci sono situazioni ormai incancrenite, che risalgono anche a 30 o 40 anni fa. Dobbiamo essere realisti – commenta Maselli – questi crediti non sono esigibili».
La soluzione proposta ieri al Cda è stata di valutare una "ristrutturazione" della morosità, ovvero transare sulle somme dovute per regolarizzare il maggior numero di inquilini e «chiudere un bubbone – dice il consigliere – facendo chiarezza sui conti». Ma è una soluzione che potrebbe pesare non poco nel bilancio dell’ente delle case popolari. «Per questo Ater non può farlo da sola, il presidente Zingaretti e l’assessore Valeriani dovranno mettersi al tavolo. Questa è una partita che va risolta». Capitolo debiti: da quanto emerso ieri, ci sarebbero da pagare ancora circa 66 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate; ad Acea invece sui 12 milioni e alla Regione 34. Ci sarebbe poi un contenzioso in atto con Roma Capitale, che avrebbe mandato una cartella da 37 milioni ma che a sua volta ne dovrebbe ad Ater 130. Anche su questo c’è un contenzioso che dovrebbe chiudersi in qualche mese. L’ente respira grazie ai fondi del PNRR, circa 60 milioni, per la riqualificazione e la rigenerazione degli immobili. Circa 5 milioni di euro saranno invece destinati alle manutenzioni, mentre c’è uno stanziamento di 39 milioni per costruire nuovi alloggi.