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Roma, un milione di auto in sosta. In arrivo nuovi varchi e strisce blu

Francesca Mariani
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La festa giallorossa che per due giorni ha bloccato il Circo Massimo è solo l’ennesima fotografia di una mobilità della Capitale di fatto ferma a trent’anni fa. Come se non bastasse la morsa quotidiana di un traffico impossibile, basta un evento, un guasto alla linea della metropolitana, un incidente, per far impazzire la viabilità con ripercussioni a domino sull’intero asse cittadino. Ne è consapevole l’assessore capitolino alla Mobilità, Eugenio Patané che sfodera numeri che di fatto confermano come all’evolversi delle esigenze di vita, e dunque di spostamenti sempre più frequenti, non corrisponda più un asse viario e di collegamenti adeguato.

Le auto private hanno ormai superato le patenti: 1,7 milioni di mezzi a fronte di 1,5 milioni di permessi di circolazione. Esclusi ovviamente i residenti fuori Roma. Con l’aggiunta di autobus, taxi, pullman la cifra dei mezzi su gomma nella Capitale sale a 2,4 milioni. «Quotidianamente se ne muovono solo tra le 600mila e le 700mila. Questo significa - spiega l’assessore - che ogni giorno abbiamo un milione di auto ferme ai lati delle strade e non per un giorno, alcune stanno in sosta per mesi e creano problemi alla mobilità».

Per incidere sul traffico «tutti gli studi trasportistici del mondo - spiega Patanè - indicano che l’unico metodo che hanno le amministrazioni, soprattutto in città come Roma che è una realtà auto centrica, è quello del disincentivo all’utilizzo e alla proprietà dell’auto privata e l’incentivo all’uso degli altri mezzi. In una scala di priorità: della pedonalità, del trasporto pubblico, della mobilità attiva». La ricetta dell’amministrazione Gualtieri per «picconare» il traffico poggia su due pilastri. «Da una parte dobbiamo avere delle zone a traffico limitato e delle "low emission zone" che devono essere presidiate con strumenti elettronici fissi - spiega Patanè - in modo da obbligare coloro che non possono attraversarli a non farlo. Oggi c’è una fascia verde che indica che al suo interno un determinato tipo di veicoli non può entrare: sostanzialmente questo provvedimento non è applicato. Nei prossimi anni applicheremo sicuramente i varchi sulla fascia verde che renderanno sostanziale un provvedimento che oggi è solo formale».

Poi, occorre «aumentare il numero degli stalli di sosta tariffata che oggi sono 70mila e portali a 100mila. Questo significa disincentivare l’uso delle auto e incentivare quello dei mezzi pubblici». Il secondo pilastro è l’incentivo all’utilizzo del trasporto pubblico: «Realizzazione di nuove tranvie, implementazione del nodo ferroviario di Roma, una cura del ferro molto importante - continua l’assessore alla Mobilità - sulla quale stiamo lavorando che costituirà un network: metro, ferrovie, e tram. Questo network del ferro dove intercettare un network di mobilità attiva: le piste ciclabili soprattutto e di car sharing e sharing mobility». Infine, è necessario «aumentare i chilometri di bus in superfice che sono largamente insufficienti».

Intanto, i parcheggi in doppia fila sono sempre più frequenti. Come emerge anche dalle multe elevate ai conducenti: da gennaio a maggio nelle aree del centro storico e Prati, la polizia locale insieme al I gruppo Trevi e Prati ha elevato circa 70mila verbali per le soste irregolari circa 20mila in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per l’assessore la «colpa» degli automobilisti è solo secondaria. «Il punto vero - sono le parole di Patanè - è che lo spazio fisico in città per le autovetture è finito. Quando si descrive Roma come una città auto centrica significa che ci sono in tutto tra macchine, motorini, autobus, camion, 2,4 mln di veicoli. Se i romani dovessero parcheggiare secondo le regole del codice della strada invaderemmo i comuni limitrofi. Noi dobbiamo lavorare - conclude - sulla diminuzione non soltanto dell’utilizzo ma anche della proprietà delle auto. Occorre ridurre la flotta complessiva di vetture che oggi è parcheggiata sulle nostre strade e che crea problemi di mobilità». La sfida non è tanto quella di individuare gli strumenti per risolvere il nodo traffico, quanto quella, di utilizzarli nella tempestica corretta. Mettere telecamere all’interno della fascia verde, aumentare le strisce blu così come le multe, prima di modernizzare davvero l’asse della mobilità sarebbe solo l’ennesimo "fare cassa" sulle spalle di chi, purtroppo, è costretto a spostarsi con l’auto.

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