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Ambulanze a peso d'oro, i pronto soccorso sovraffollati costano mille euro al giorno

Antonio Sbraga
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Il blocco-barella ferma le ambulanze davanti ai Pronto Soccorso sovraffollati, ma non il «tassametro» dei mezzi di soccorso privati, che costano circa mille euro al giorno. Quelli che l’Ares 118, carente sia di vetture che di personale, è obbligata a chiamare per riempire i buchi lasciati nelle varie postazioni d’emergenza a causa delle ambulanze «sequestrate» per lunghe ore in attesa davanti agli ospedali del Lazio. Nei quali la restituzione delle lettighe, usate nelle astanterie per sistemare i pazienti da ricoverare, è subordinata alla disponibilità dei posti letto nei reparti di degenza. Il ricorso a questo noleggio delle ambulanze private è costato all’Ares 118 ben 5 milioni e 222 mila euro nel 2021. Pari ad una spesa media di 14 mila e 306 euro al giorno. Ma ora per questi «costi sostenuti dall’Ares 118 a causa del protrarsi delle soste in Pronto Soccorso dei mezzi di emergenza, ed in particolare alla conseguente necessità di reperire mezzi aggiuntivi per garantire la copertura del territorio», l’azienda regionale ha deciso di battere cassa agli ospedali. Deliberando di «addebitare tali costi alle strutture sanitarie rispettivamente “responsabili” del ritardo nella presa in carico” dei pazienti. Almeno per tutti i casi “eccedenti il limite di 30 minuti».

L’azienda ha stilato un conto totale di 832.229 euro, inviato a 14 ospedali privati accreditati, che dovranno rimborsare i costi sostenuti dall’Ares 118. A partire dai 466.488 euro chiesti al Policlinico Casilino, i 220.194 al Policlinico Gemelli e i 71.162 euro al Vannini. Mentre, per quanto riguarda i costi relativi agli ospedali pubblici, la Regione ha chiesto all’Ares 118 di non addebitarli, «poiché tali servizi sono da considerarsi rientranti nelle funzioni proprie dell’azienda, remunerate attraverso l’attribuzione dello specifico finanziamento». Ma, anche se non fatturati, l’azienda ha comunque quantificato «il costo sostenuto da Ares 118 in ragione delle soste eccedenti i 30 minuti presso i Pronto Soccorso delle strutture pubbliche della Regione Lazio» per un totale di 4 milioni e 390 mila euro. A partire dalle 928.247 euro dell’Asl Roma 2 (Ps del Pertini, Sant’Eugenio e Cto), gli 894.618 del Sant’Andrea, i 731.412 del policlinico Tor Vergata, i 466.634del San Giovanni Addolorata, i 331.456 dell’Umberto I e i 226.731 del San Camillo-Forlanini. Ma anche 147.293 euro all’Asl Roma 1, 42.668 euro all’Asl Roma 3, 63.256 euro all’Asl Roma 4, 147.436 euro all’Asl Roma 5 e 199.700 euro all’Asl Roma 6. Poi 92.395 euro all’Asl Frosinone, 86.232 all’Asl Latina, 17.326 euro all’Asl Rieti e 14.987 all’Asl Viterbo.

Nei precedenti 8 anni l’Ares 118 aveva già complessivamente speso per l’affitto dei mezzi di soccorso esterni ben 52 milioni e 662 mila euro, con una media di oltre 18 mila euro al giorno. Anche ieri nei 48 Ps del Lazio alle ore 12 e 30 si contavano ben «786 pazienti in attesa di ricovero» (scesi a 587 sei ore più tardi). A partire dagli 83 in cerca di un letto al policlinico Gemelli, dai 79 sistemati nelle astanterie dell’Umberto I a caccia di un posto nei padiglioni e dai 69 in stand-by al Pertini. Questi i dati del monitoraggio in tempo reale degli accessi nei Ps, che ieri, dopo la segnalazione de Il Tempo, la Regione ha ripristinato in seguito a 6 giorni di blocco.
 

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