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Scatta subito la protesta contro il termovalorizzatore di Roberto Gualtieri. Associazioni e ambientalisti in piazza

Massimiliano Gobbi
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A 48 ore dall'annuncio del sindaco Gualtieri di realizzare un nuovo termovalorizzatore è già tempo di proteste nella Capitale con cittadini pronti a dare battaglia a suon di barricate. Prevista per oggi una grande manifestazione organizzata da cittadini e associazioni che si uniranno davanti alla presidenza della Regione Lazio, dalle 10.30 alle 13, in un'accesa protesta per gridare battaglia su scelte e piani rifiuti «inadeguati». Da nord a sud della Capitale, in piazza Oderico da Pordenone, associazioni e comitati provenienti da Civitavecchia a Guidonia, dai Castelli Romani a Colleferro, da Velletri ad Aprilia protesteranno su una gestione dei rifiuti «basata ancora su discariche, Tmb/Tbm e inceneritori, che le amministrazioni avrebbero dovuto dismettere da ormai diverso tempo, invece di investire in discariche. «Siamo contro allo sversare milioni di tonnellate dell'indifferenziato romano - informano dalle associazioni - siamo pronti a dare battaglia per fermare il degrado a pochi passi dai quartieri abitati, con danni irrimediabili e devastanti per l’ambiente e la salute pubblica. Per queste ragioni, protesteremo anche contro la scelta del sindaco Gualtieri di realizzare il termovalizzatore da 600mila tonnellate nella Capitale e scongiurando ulteriori problemi in occasione del Giubileo, con scelte secondo noi del tutto inopportune».

 

 

Un progetto che al momento si colloca nell'area industriale di Santa Palomba, in un'area dove Ama aveva già in programma di realizzare un impianto Tmb. Un'ipotesi, che il sindaco, nelle relazioni e nelle riunioni con la maggioranza, però, non ne ha mai parlato ma che di fatto ha fatto arrabbiare le amministrazioni limitrofe di Albano Laziale, Ardea, Ariccia e Pomezia, oltre a tante altre associazioni tagliate fuori dalla conferenza dei servizi. «Rifiutiamo la scelta del sindaco di Roma di ignorare il porta a porta a favore di tecnologie di trattamento dei rifiuti super incentivate e parimenti dannose, ovvero di gestione anaerobica e incenerimento - commentano dal Coordinamento No Inc - Queste tecnologie arricchiscono chi le gestisce e per contro sono molto inquinanti e molto nocive per la salute della popolazione coinvolta. L'alibi meno discariche non può essere il pretesto per impianti che generano nuovi rifiuti ancora più pericolosi. Il digestato prodotto negli impianti biometano e le ceneri pesanti e leggere dei necrovalorizzatori sono mine vaganti, la prima in danno dei terreni agricoli e dei prodotti vegetali, le seconde perché andranno ad avvelenare i cementi o ad inquinare i luoghi dove saranno smaltiti come rifiuti tossici e nocivi».

 

 

 

Sarà «una roulette russa per i territori - aggiunge Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio - ma è ovvio che un termovalorizzatore troverà le barricate, anche nostre in questo caso, perché non va fatto, semplicemente». Una lotta che apre uno scontro frontale tra Comune e Regione, con tante altre realtà di quartiere pronte a dare battaglia a suon di barricate.

 

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