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Assalto Cgil Roma, arrestato anche il leader no vax Franzoni. L'ordinanza: "Abbiamo sfondato tutto. Siamo a Roma e l'abbiamo presa"

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«Se noi facevamo un diversivo e andavamo prima alla Cgil e tornavamo, lo prendevamo Montecitorio, ma ci sono due scemi che vogliono comandare e che rovinano tutto, dovevamo dire a fare quello che ha detto Giuliano Castellino». È quanto diceva il no vax Nicola Franzoni nella diretta Fb della manifestazione dello scorso 9 ottobre a Roma il cui audio è stato estrapolato dalla Digos e contenuto nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita su disposizione del procuratore aggiunto Michele Prestipino e del pm Gianfederica Dito per l’assalto alla sede del sindacato. Oggi Franzoni è finito in carcere, mentre è stato disposto l’obbligo di dimora e di presentazione alla pg per Claudio Toia, vicino al movimento di estrema destra Forza Nuova e appartenente al gruppo ultras juventino "Antichi valori". Gli altri obblighi di dimora riguardano Alessandro Brugnoli, militante di Forza Nuova, Mirko Passerini ed Emiliano Esperto. Sono tutti accusati di devastazione e saccheggio aggravato, violenza e resistenza a pubblico ufficiale aggravata, mentre a Franzoni sono contestate anche l’istigazione a disobbedire alle leggi e la violazione della misura di prevenzione del divieto di ritorno nel Comune di Roma. Per gli stessi fatti sono già a processo altre 13 persone, tra cui i leader di Forza Nuova Giuliano Castellino e Roberto Fiore e l’ex Nar Luigi Aronica, tutti detenuti.

«La strategia per andare a occupare la Cgil la stabiliamo in otto, si va a occupare la Cgil, chi non è di squadra non può far parte del gruppo - prosegue Franzoni nel corso della diretta Fb - Abbiamo occupato la Cgil, abbiamo sfondato tutto…». In mano agli inquirenti ci sono anche le parole pronunciate da Franzoni poco prima dal palco di piazza del Popolo: «O la rivoluzione o la morte! Voglio dirvi una cosa e lo dico a tutti quelli che mi hanno preso per il culo per due anni e che dicevano che ero pazzo, siamo a Roma e l’abbiamo presa!».

 

 

L’ultrà juventino Toia è stato ripreso all’interno della sede della Cgil «mentre afferrava un oggetto di grosse dimensioni scagliandolo con violenza contro la porta a vetri ubicata all’inizio di uno dei corridoi, per poi dirigersi insieme ad altri manifestanti all’interno del corridoio che conduce agli uffici completamente travolti dall’azione devastatrice. Poi veniva ripreso mentre lasciava la sede sindacale» scrive il gip Annalisa Marzano nell'ordinanza cautelare. «Non è corretto ritenere attenuate le esigenze di cautela sociale solo perché dal 1 aprile ha avuto inizio il periodo di allentamento delle restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19, occorre piuttosto ampliarne l’apprezzamento ponendo rilievo al pericolo, ancora attuale e concreto, che costoro si rendano nuovamente protagonisti di altre forme di violenza insinuandosi in legittime iniziative di dissenso dei cittadini a decisioni assunte dalle Istituzioni».

«In effetti si potrebbe obiettare, quanto al pericolo di reiterazione di delitti della medesima indole offensiva, che sono trascorsi ormai sei mesi dai fatti e le limitazioni delle libertà adottate in occasione dell’emergenza per la pandemia da Covid sono cessate dal 31 marzo, tuttavia - sottolinea il giudice - questa autorità giudiziaria ritiene che la carica di violenza e di rabbia sprigionata dagli indagati, la dimestichezza con la quale sono ricorsi alle accortezze di offuscare la propria identità ricorrendo ai cappucci delle felpe proprio in occasione delle cariche alle forze dell’ordine ovvero in occasione dell’assalto alla Cgil, la fitta rete di relazioni, sia personali che telematiche, emerse nel corso delle ultime indagini della Digos, sono aspetti che non riconducono quelle violenze a un episodio singolo e occasionale».

Per il gip, le «brutali manifestazioni di violenza» dello scorso ottobre quindi esprimono una «inclinazione degli indagati a manifestare il proprio dissenso, si badi pur legittimo, ricorrendo a forme inusitate di rabbia e violenza». «Tornando alle misure di contenimento per il Covid, siffatte manifestazioni non paiono destinate a esaurirsi, almeno nel breve periodo, atteso il clima di forte dissenso contro le perduranti, seppur in via di attenuazione, misure di contenimento. Situazione dunque - conclude il giudice - che rende particolarmente evidente la concretezza e attualità del pericolo di commissione di reati della stessa specie di quelli commessi dagli indagati e l’assoluta necessità di contenere tale pericolo attraverso adeguate misure cautelari».

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