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Tassa di soggiorno evasa nelle Domus dell'Azione cattolica. "I gestori degli hotel risarciscano il Campidoglio"

Valeria Di Corrado
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A partire dagli anni Cinquanta la Domus Pacis e la Domus Mariae accoglievano pellegrini e religiosi in visita ai luoghi sacri di Roma. Con il passare del tempo, per rientrare dei costi, le due strutture ricettive dell’Azione cattolica italiana sono state date in gestione a privati che le hanno trasformate, rispettivamente, nell’hotel «The Church Village» di via di Torre Rossa, zona Aurelio, e nell’hotel «The Church Palace» di via Aurelia, a ridosso di Villa Carpegna. Peccato che per anni le società Torre Rossa srl e Palazzo Carpegna srl non hanno riversato al Comune di Roma la tassa di soggiorno pagata dai turisti. 

Lo scorso 30 settembre (con sentenza depositata il 9 febbraio) la Corte dei conti del Lazio ha condannato il fallimento di Torre Rossa srl a pagare 377.932 euro al Campidoglio e in via solidale Andrea Maria Mestriner, in qualità di legale rappresentante della società, all’importo di 113.379 euro. Secondo l’indagine svolta dal pm Francesco Vitiello mancano all’appello, infatti, le tasse di soggiorno riscosse dall’hotel «The Church Village» dal 17 luglio 2015 al 21 maggio 2019, per un totale di oltre 377mila euro. Durante il processo contabile Mestriner si è difeso dicendo che la sua attività si limitava alla manutenzione della struttura alberghiera, «senza potere di gestione, controllo e amministrazione», e che tale funzione era coerente con «l’attività da lui svolta per 25 anni nell’ambito del rapporto di lavoro con il Governatorato dello Stato Città del Vaticano». Mestriner ha aggiunto di essere venuto a conoscenza delle violazioni contabili soltanto ad aprile 2018, quando la Polizia locale di Roma fece un sopralluogo nell’hotel e sequestrò penalmente della documentazione in relazione al reato di peculato.

Il collaboratore del Vaticano è stato citato in giudizio dalla Procura della Corte dei conti del Lazio anche in qualità di rappresentante legale di Palazzo Carpegna srl, parte dello stesso gruppo imprenditoriale di Torre Rossa srl, con capofila la società The Church Resort srl. L’accusa è di non aver riversato dal 2015 al 2017 le tasse di soggiorno pagate dai turisti dell’hotel «The Church Palace», ex Domus Mariae. La prima pietra di questa struttura fu benedetta da Papa Pacelli, che aveva donato i terreni. Nel radiomessaggio inviato da Pio XII per l’inaugurazione del complesso, costruito con i soldi di tante famiglie cattoliche italiane, c’era un esplicito riferimento alla mission dell’opera, che «con la sua stessa imponenza architettonica dimostra audacia di fede e vincitrice potenza d’amore». A novembre 2018 i dipendenti dell’hotel sono rimasti senza stipendio. A maggio 2020 il gruppo TH Resorts (partecipato al 46% da Cassa Depositi e Prestiti) ha preso in gestione per 15 anni l’ex «The Church Palace», riaprendolo con il nome «TH Roma Domus Mariae», un albergo a 4 stelle. Mentre il «The Church Village» di via Torre Rossa, dopo il fallimento della società che lo gestiva, è rimasto chiuso e in stato di abbandono.

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